Arzano, business del caro estinto e l’ombra lunga del clan Ferone

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Arzano. Business del caro estinto e l’ombra lunga del clan Ferone.

Dopo il blitz dei carabinieri che ha portato all’arresto di 28 esponenti del clan del 167, starebbero emergendo ulteriori e significativi elementi di condizionamento da parte della criminalità organizzata sul servizio funebre sul cui capo pende l’obbligatorio controllo del comune quale massima autorità sanitaria.

A gestire i funerali vi sarebbero soggetti di primo piano del clan Ferone di Casavatore. Non sarebbe solo un ipotesi investigativa e nemmeno una indiscrezione giornalistica da accertare, visto che ad Arzano il business del “caro estinto” ha già registrato tentativi di consolidamento della attività in antitesi al libero mercato, in danno di altre imprese presenti sui territori limitrofi.

E a riprova di quanto questa attività attiri le attenzione dei clan, ci sono gli arresti e le interdittive antimafia emesse in questi anni. Anche se alcuni retroscena sono stati portati alla luce dagli agenti della Polizia locale qualche anno fa evidenziando i legami tra alcuni soggetti identificati durante i funerali e un boss della confinante Casavatore, l’attività fiorente andrebbe avanti nella più assoluta tranquillità con la presenza inquietante di soggetti colpiti da provvedimenti antimafia.

I precedenti accertamenti della Pl, avrebbero anche rivelato un interesse tale da fare sospettare dell’esistenza di taciti accordi tra imprese di onoranze funebri al fine di determinare vere e propri ”cartelli”, dalle quali non sarebbe possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dalle organizzazioni criminali.

    La municipale attraverso appostamenti e sopralluoghi, aveva anche accertato l’affissione di manifesti funebri ritenuti “anomali” con l’imbrattamento di muri e l’elusione fiscale con il mancato versamento degli oboli al comune di Arzano.

    Addirittura, in una agenzia funebre, i caschi bianchi scoprirono la realizzazione abusiva di soppalchi e vani determinando oltre alle denunce penali, sanzioni amministrative per circa 8mila euro.

    Intanto, sarebbe sotto gli occhi di tutti che lo spostamento dei feretri dalla casa del defunto in chiesa e verso il cimitero, avverrebbe sotto lo “sguardo vigile” di soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia e legati ad esponenti di primissimo piano della criminalità organizzata che all’occorrenza coprirebbero anche i manifesti funebri di ditte “concorrenti”.

    Luigi Vanacore



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