Presidente della Repubblica: prima votazione 672 schede bianche

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Presidente della Repubblica: come previsto nella prima votazione le schede bianche sono state 672.

Non c’è accordo tra le forze politiche che almeno oggi hanno avviato un dialogo, come conferma una nota congiunta Lega-Pd al termine dell’incontro tra Salvini e Letta. Intanto il premier Mario Draghi ha visto i tre leader di Pd, Lega e M5S.

È previsto per domani alle 15 il secondo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Alla prima votazione per l’elezione del presidente della Repubblica quindi ‘vincono’ le schede bianche: sono state 672, schede nulle 49, zero gli astenuti. Il quorum per l’elezione era giusto 672 voti.

L’ex giudice costituzionale Paolo Maddalena è risultato il più votato nel primo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica con 36 voti. Hanno inoltre ottenuto preferenze: il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, 16; la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, 9; Silvio Berlusconi, il deputato di Forza Italia Roberto Cassinelli, Guido De Martino, figlio di Francesco, e il deputato ex M5S Antonio Tasso, 7;

    Umberto Bossi e il presidente di Italia viva, Ettore Rosato, 6; Marco Cappato, 5; il senatore della Lega Cesare Pianasso e Bruno Vespa, 4; il conduttore di un ‘Giorno da pecora’, Giorgio Lauro, Enzo Palaia, il direttore del Dis, Elisabetta Belloni, la deputata di Italia viva Maria Teresa Baldini, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, Pierluigi Bersani, il giornalista Claudio Sabelli Fioretti, Francesco Rutelli, Amadeus, 3; Giuliano Amato, il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, Alberto Angela,

    Pier Ferdinando Casini, l’ex premier Giuseppe Conte, Gianluca De Fazio, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il chirurgo Ermanno Leo, Antonio Martino, il giurista Ugo Mattei, il sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles, Carlo Nordio, il deputato del Pd Paolo Siani, 2. Un voto lo ha ricevuto anche lo scrittore Mauro Corona.
    Sarebbero stati i leader delle forze politiche a chiedere al premier Mario Draghi un’iniziativa politica. O meglio un confronto per capire meglio il perimetro d’azione, quello che intenda fare il presidente del Consiglio e cosa accadrebbe se dovesse lasciare il timone del governo per il Quirinale.

    Così il presidente del Consiglio avrebbe deciso di muovere un passo in questa direzione, tendendo la mano per capire le richieste dei partiti, quali siano le richieste e come Draghi -autodefinitosi un ‘nonno al servizio delle istituzioni’- possa servire al meglio, dal loro punto di vista, il Paese.

    Sarebbe partita di qui la girandola di contatti con i principali leader, a partire da Matteo Salvini, incontrato in mattinata nonostante le mancate conferme da Palazzo Chigi e dal Carroccio. Poi i contatti con Enrico Letta e Giuseppe Conte, con altri possibili confronti nelle prossime ore -facile siano già stati, perché le voci corrono ma le bocche degli staff restano cucite- per quelle che già qualcuno definisce le ‘consultazioni’ di Draghi.

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