Maradona, continuano le liti per l’eredità tra i familiari del Pibe

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Continua la saga dei giornali argentini sull’eredità di Diego Armando Maradona. Il quotidiano ‘La Nacion’ scrive che le prime due figlie del Pibe de Oro, ovvero Dalma e Giannina non avrebbero diritto se e’ vero che il padre le aveva diseredate, e delle pretese portate avanti da presunti figli non riconosciuti che vorrebbero far valere i loro diritti. Secondo alcuni media locali, tra loro ci sarebbe chi, pur di portare avanti la richiesta, sarebbe pronto a chiedere di riesumare la salma di Maradona per poter fare il test del Dna, eventualita’ che comunque non sembra probabile.

Invece da Cuba, dove l’ex capitano del Napoli avrebbe avuto tre figli da due donne diverse, non giungono notizie. In ogni caso, l’avvocato Matias Morla, nemico giurato di Dalma, Giannina e anche Diego junior, ha smentito di voler assumere la difesa di coloro che sostengono di essere i figli naturali di Maradona. Quanto all’indagine della magistratura sulle modalita’ con cui l’ex ‘Pibe de oro’ e’ stato assistito dopo essere stato dimesso dalla clinica in cui era stato operato per un ematoma subdurale, non ci sono per ora nuove persone ‘a conoscenza dei fatti’ oltre al neurochirurgo Leopoldo Luque e alla psichiatra Agustina Cosachov.

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Prima di andare avanti si attendono i risultati degli esami tossicologici e istopatologici affidati a un panel di esperti. E commozione hanno destato anche le parole di Pedro Monzon, difensore all’epoca dell’Independiente e in campo con Maradona nella finale dei Mondiali di Italia ’90. Si e’ fatto tatuare il volto dell’ex compagno sul braccio destro perche’, ha spiegato commosso, “e’ stato il piu’ grande anche come uomo, e a me ha salvato la vita. Avevo problemi di alcol e depressione, un giorno lo chiamai, lui venne subito e le sue parole mi convinsero a non farla finita”.

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    Atmosfera carica di commozione allo stadio del Bosque, dove il Gimnasia y Esgrima di La Plata, la squadra che era allenata da Diego Armando Maradona ha affrontato l’Huracan in un match del torneo intitolato all’ex fuoriclasse morto il 25 novembre scorso. Per il Gimnasia e’ stata la prima partita giocata in casa da quando il suo tecnico non c’e’ piu’, e anche se il pubblico non era ammesso per via delle restrizioni da Covid c’erano ugualmente due spettatrici d’eccezione, Dalma e Giannina, le due figlie del ‘Pibe’.

    Prima del fischio d’inizio sono scese in campo e hanno ricevuto delle maglie della squadra su cui c’era anche il volto del padre e, com’era prevedibile, si sono commosse fino alle lacrime. Poi ci sono stati anche inni, striscioni e perfino fuochi di artificio. La partita e’ finita 0-0 e il Gimnasia ha dato l’impressione di non esserci ancora ripreso dallo shock emotivo della perdita subita. Qualcuno ha definito questa partita, e il risultato “un penoso patto di non aggressione”.

     



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