Serie A: incognita Playoff, “Sara’ tutta un’altra storia”

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Per qualcuno sono uno spauracchio, per qualcun altro una suggestione. La Serie A non e’ avvezza alla formula dei Playoff e dei Playout, lo e’ invece nei confronti degli spareggi, che hanno assegnato uno scudetto (1963/64), ma anche salvezze o dato il via libera al sogno europeo nelle coppe. L’ipotesi sul tappeto, per salvare la stagione agonistica profondamente segnata dal Coronavirus, e’ il recupero delle restanti partite. Tuttavia, in caso di uno slittamento, per chiudere tutto entro agosto, l’unica strada percorribile sarebbe quella dei play off e dei play out, come ha stabilito ieri la Figc che varera’ il format ad assetto variabile (piano A, piano B, piano C) in un prossimo consiglio prima del ritorno alle partite. “Ricominciare a giocare e’ importante, pero’ manchera’ il rodaggio e quello lo si ottiene solo giocando”.

 

L’ex mezzala di punta ed ex allenatore del Torino, Renato Zaccarelli che vinse i Playoff di Serie B, e’ perplesso. “Quella volta eravamo alla fine di un campionato. Adesso, invece, le incognite sono tante, perche’ si arriva da un lungo periodo in cui i calciatori erano a casa”, ammette. “Come si potrebbero affrontare i Playoff? Servira’ essere al top in breve tempo – sostiene Zaccarelli, scudettato nel 1976 con i granata e protagonista del Mondiale 1978 in Argentina -. Il colpo di classe del singolo, alla fine, puo’ fare la differenza. Ma, soprattutto: attenzione agli infortuni”. “Partire e fare gli spareggi, nel caso anche a stretto giro, e’ un terno al lotto – aggiunge Beppe Sannino, che i Playoff li affronto’ sulla panchina del Varese -. Un conto e’ allenarsi in casa, un altro correre. Si partirebbe tutti dallo stesso piano, perche’ tutti hanno perso la possibilita’ di lavorare. Giocare due o tre volte a settimana significa rivedere tutta la preparazione, salta tutto. Ripartono tutti dallo stesso piano ma, se prima c’era una squadra in una condizione staordinaria, dopo la ripartenza c’e’ l’incognita dello stop. A quel punto la differenza puo’ farla la qualita’ dei giocatori. Prendiamo l’Atalanta, parliamo di una squadra che fa dell’aggressivita’ e del dinamismo le sue armi migliori. La prima partita va bene, ma la seconda? Ci sono grandi incognite. Io, pero’, sono favorevole all’ipotesi Playoff e ai Playout, perche’ ci sarebbero meno partite da giocare e zero vantaggi. I presidenti dovrebbero pensare alla prossima stagione, se la tiri troppo per le lunghe e’ un problema. Le motivazioni per raggiungere gli obiettivi e la qualita’ fanno la differenza. bisogna fare attenzione a come si prepara la squadra, perche’ non c’e’ tantissimo tempo. Lavori e recuperi, lavori e recuperi. Non e’ come quando vai in ritiro”.


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