Siccità ed emergenza coronavirus: Napoli rischia la crisi idrica

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A Napoli è piovuto negli ultimi tre mesi il 49% in meno dello scorso anno, dato simile a quello di molte aree del Paese. Si profila una situazione simile alla siccità del 2017, che fu alleviata nei mesi estivi dalle partenze per le ferie: quest’anno, con molta meno gente in vacanza e più consumi idrici privati anche per via del coronavirus, si rischiano mesi difficili se la seconda parte della primavera non sarà particolarmente ricca di precipitazioni. La carenza di piogge, alla fine dell’inverno più caldo di sempre in Europa, riguarda a macchia di leopardo molte regioni d’Italia, al centrosud ma anche al nord dove – ricorda Edoardo Ferrara di 3bMeteo – “non transita una perturbazione significativa dal 18-20 dicembre dello scorso anno”. I livelli dei bacini al Sud si sono abbassati, avverte Sergio D’Angelo, commissario straordinario di Abc, la municipalizzata che gestisce l’acqua a Napoli: per ora nessun problema, il lockdown con la maggiore permanenza a casa viene ampiamente compensato dalla chiusura delle attività produttive, dei bar e dei mercati rionali. Non c’è stata una impennata di consumi legata alle nuove abitudini, come il lavarsi le mani più volte e per più tempo: del resto a Napoli le famiglie equivalgono solo a un terzo della fornitura idrica complessiva. Ma l’attenzione e’ molto alta per ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi. La situazione climatica, ricorda D’Angelo, ricorda quella di tre anni fa: una estate in cui scattarono razionamenti in molti comuni campani e non a Napoli, grazie al ritorno in funzione di alcuni pozzi e allo spopolamento della città per le ferie. Stavolta la situazione potrebbe essere ben diversa, aggiungendo ai disagi di un’estate di convivenza con il virus anche quelli di una più o meno accentuata carenza idrica. Le previsioni meteo indicano per la prossima settimana un ritorno delle piogge su tutto il Paese, anche a carattere intenso, ma un paio di giorni di maltempo non basteranno a recuperare il pesante deficit idrico accumulato negli ultimi mesi. “L’aumento dei consumi civili – spiega D’Angelo – non e’ in questi giorni particolarmente significativo, mentre lo stop alle attivita’ garantisce un risparmio. Non voglio pero’ essere troppo ottimista. Ci stiamo muovendo per la migliore manutenzione delle condutture per evitare sprechi. Napoli prende il 45% della sua acqua dalle sorgenti del Serino, il resto da pozzi e falde, alcune delle quali possiamo rimettere in distribuzione. Monitoriamo il consumo dall’acqua che dobbiamo immettere nelle condotte, e in questo momento la quantita’ e’ praticamente uguale al solito. E’ chiaro che lo stop di tante attivita’, tra cui ricordo anche i mercatini rionali, sta compensando l’aumento di consumo a casa”


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