Romeo Gestioni cita Marroni e Consip in Tribunale: chiesti 1,5 miliardi di euro di danni

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Romeo Gestioni non ci sta e passa al contrattacco. Con una corposa citazione davanti al Tribunale di Roma chiama in giudizio civile l’ex AD di Consip, Luigi Marroni, la Consip stessa e l’attuale AD, Cristiano Cannarsa. Agli atti c’è una richiesta di danni complessiva per circa un miliardo e mezzo di euro a parziale risarcimento dei danni industriali, di quelli di immagine e di quelli commerciali futuri.In una nota dell’azienda si legge che “Romeo Gestoni dimostra con questa citazione – carte e documenti (anche della Autorità Giudiziaria) alla mano – di aver subìto una infinita serie di azioni negative fondate sul nulla giuridico, sulla inesistenza di fatti contestabili, sulla totale mancanza della verifica dei fatti stessi e sulla arbitrarietà di atti commessi in seno alla Consip ai suoi danni. “Non a caso – sottolinea Romeo Gestioni – la Cassazione per ben quattro volte in un anno, l’ultima il 27 settembre scorso a sezioni unite, ha censurato procedure e impostazioni delle azioni a suo danno negli ultimi due anni e mezzo”. In particolare, nella citazione Romeo Gestioni ricostruisce:

– Il gravissimo conflitto di interessi in cui più volte l’ex AD Marroni ha operato con palesi violazioni del codice etico della Consip e della Pubblica Amministrazione, come facilmente riscontrabile dalle sue dichiarazioni, come testimone, del 20 dicembre 2016 e che non hanno avuto alcun seguito.

– Le operazioni di cartello elaborate a suo danno, nella evidente inerzia del management e degli organi apicali della Consip stessa, nonostante gli esposti fatti dalla stessa Romeo Gestioni anche all’ANAC, e all’Antitrust a partire dall’aprile 2016. Esposti riscontrati con aperture di indagini colpevolmente tardive.

    – La palese infondatezza degli atti esercitati arbitrariamente dallo stesso Marroni, e in seguito dall’attuale AD Cannarsa, in assenza di propri atti istruttorii e di giudicati penali.

    “Romeo Gestioni sosterrà – si legge nella nota dell’azienda – in ogni sede possibile la propria trasparenza, la propria correttezza operativa, la propria storia industriale e la vita dei suoi ventimila dipendenti”.



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