Santa Barbara doveva ‘inchinarsi’ sotto casa del boss sulle note de ‘Il Padrino’ : arrestati 9 mafiosi

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Oltre 100 carabinieri del comando provinciale di Catania, dalle prime ore del mattino, stanno eseguendo un provvedimento restrittivo emesso dal gip del Tribunale etneo su richiesta della Dda locale, nei confronti di 9 persone ritenute appartenenti al gruppo ‘Assinnata’, articolazione territoriale della famiglia mafiosa ‘Santapaola’, ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e sviluppate dalla Compagnia di Paternò, hanno consentito di definire la posizione di predominio della famiglia Assinnata nell’ambito della criminalità organizzata locale quale articolazione territoriale della famiglia mafiosa ‘Santapaola’ considerata una delle più ramificate e pericolose consorterie criminali operante nel catanese. Le indagini hanno consentito di definire la posizione di comando del clan Assinnata della criminalita’ organizzata del paese, evidenziato anche dal segno di reverenza dell’ ‘inchino’ durante i festeggiamenti patronali di santa Barbara del dicembre 2015. Il 2 dicembre, infatti i portatori di due “varette” – quella degli ortofrutticoli e quella dei dipendenti comunali – avrebbero eseguito a turno il classico “dondolamento” delle varette, effettuando movimenti “simulatori di un inchino reverenziale dinanzi al figlio del detenuto dal quale si congedavano con il rituale bacio finale” sulle note de Il Padrino. Gli investigatori, dopo le attivita’ investigative che portarono nel febbraio del 2016 alla cattura nell’ambito dell’operazione The End di 14 presunti esponenti dello stesso gruppo criminale, hanno individuato capi e gregari, riscontrando un diffuso condizionamento dell’economia locale. In manette anche il presunto reggente del clan il quale, al posto del padre detenuto, curava secondo le indagini i rapporti con altri esponenti di spicco della mafia.



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