‘La camorra ad Arzano non esiste’ e si scatena la bagarre sui social

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Arzano. Ad Arzano la camorra non esiste, e la camorra ringrazia. E’scontro a distanza tra siti social e profili Facebook. Sta scatenando una serie di polemiche l’analisi cruda evidenziata da un mensile locale sulla propria pagina social in merito ad un articolo di carta stampata inerente la presenza dei clan sul territorio di Arzano. Situazione territoriale complessa corroborata in questi mesi da ordinanze di arresto che hanno svelato omicidi eccellenti ed estorsioni, in una cittadina già sciolta per camorra nel 2008 e nel 2015. Secondo l’autorevole mensile, vi “sarebbe nuovo fango gettato a piene mani su Arzano” in quanto l’articolo de quo, dal titolo “Clan decapitato nessun “vuoto”: le donne saldamente al comando”, non sarebbe altro che un collage di alcuni passaggi di cronaca giudiziaria “copiati” da altre testate. Sempre l’estensore, nel chiudere l’analisi a tratti incomprensibile, ribadisce che : “La nostra città non è la Svizzera, ma neanche la “Gomorra” che si vuol far apparire. A chi giova questo?”. Una polemica che ha scatenato le ire di cittadini e la gioia di diversi supporter di una parte e dell’altra e che ha visto alcuni denunciati per attività commerciali abusive e soggetti ritenuti vicini ai clan Moccia e del cosiddetto cartello della “167”, plaudire. Sicuramente non era minimamente nelle intenzioni il voler sollevare claque di soggetti “ambigui” essendo la pagina social “aperta al pubblico”. Non si son o nemmeno fatte attendere le risposte dai vari profili in cui alcuni giornalisti hanno affermato che: ” la camorra ad Arzano è fantasma come negli occhi di tanti ipocriti…non vedo, non sento, non parlo”. Ma in effetti, non esiste cosa più pericolosa e dannosa per un paese ad alta densità criminale e corruttiva che ha visto finire agli arresti funzionari, dipendenti comunali e sindaci; far trasparire che ad Arzano la camorra esiste, non comanda, non gestisce affari illeciti, non brucia auto (ma quando lo fa lo fa solo con incendi divampati per caso) e determinato, così come apparso in alcune interrogazioni parlamentari, anche l’elezione presunta di qualche consigliere comunale. Peccato però, che tra tante analisi, le uniche frasi “scritte” nell’articolo e utilizzate per concludere il lungo excursus “Fango gettato a piene mani”, sia copiata pari pari (ma forse sarà solo un caso) dall’articolo di giornale “Eurosport” pubblicato il 10/07/2006, e citata anche nell’articolo “Lotta Partigiana di chi desiderava giustizia e libertà” a firma di Giuseppe Licandro. Evidentemente per un momento c’è chi ha creduto di essere anche lui parte della “resistenza”. In questo caso contro la verità giudiziaria.

Raffele Desiani



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