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Il teatro di Tindaro Granata anima i sogni tra note musicali e ribellione alla censura

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Uno spettacolo che promette di scuotere le coscienze e far riflettere su quanto la libertà sia un bene prezioso, “Vorrei una voce”, scritto e interpretato da Tindaro Granata, approda alla Sala Assoli-Moscato. Le date da segnare sul calendario sono venerdì 11 e sabato 12 aprile alle ore 20.30, e domenica 13 aprile alle ore 18.00. La produzione è affidata a LAC Lugano Arte e Cultura, in collaborazione con Proxima Res e con il supporto del Gruppo Ospedaliero Moncucco.

Un Viaggio Artistico e Umano con le Donne Detenute

Lo spettacolo nasce da un percorso teatrale e umano intenso, dove Granata ha lavorato con un gruppo di donne detenute di alta sicurezza. Il monologo diventa il megafono delle emozioni e delle esperienze vissute durante questo viaggio, mostrando come la musica e il teatro possano restituire dignità e speranza. Granata, in un momento di crisi personale, ha trovato ispirazione in queste donne, riscoprendo il valore della libertà e dell’espressione attraverso la musica. Il progetto mira a restituire a queste donne recluse un senso di identità e di emozione, portandole a interpretare l’ultimo concerto live di Mina del 1978. Le canzoni di Mina diventano il ponte tra le loro storie e il bisogno universale di esprimersi e sentirsi vivi.

La Potenza dell’Arte e il Sogno di Libertà

“Vorrei una voce” esplora il potere salvifico dell’arte attraverso i brani di una delle più grandi interpreti della musica italiana, utilizzati come mezzo espressivo per liberare sentimenti inespressi. L’idea centrale dello spettacolo è quella di recuperare il desiderio di sognare, di esprimersi e di ritrovare una femminilità spesso soffocata dalle circostanze della vita.

Le Parole di Tindaro Granata

**“Con le detenute”** – spiega l’autore e interprete – **“abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978. L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo. Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora. Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro.”**

Per chi volesse assistere a questo evento, i biglietti sono disponibili a 18,00 euro per l’intero e 15,00 euro per le riduzioni (under 30, over 65 ed enti convenzionati). Per info e prenotazioni, contattare il numero 345 467 9142 o inviare un’email a [assoli@casadelcontemporaneo.it](mailto:assoli@casadelcontemporaneo.it).


Articolo pubblicato il giorno 9 Aprile 2025 - 12:49


1 commento

  1. Ho letto dell’evento e mi sembra interessante, sopratutto per come si parla delle donne detenute. Pero non sono sicuro se posso andare, le date sono troppo vicine e ho altri impegni. Spero che ci siano altre occasioni.

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