La Fondazione Casa Fratelli Tutti presenta il masterplan Campo Laudato si’ ispirato ai principi dell’ecologia integrale definiti da Papa Francesco.
Il concept progettuale che vola verso la candidatura del nuovo Macrico nella lista del Giubileo 2025, diventa reale tracciando le fondamenta di un nuovo modello di sviluppo economico e di ecologia integrale.
“Aspirando a divenire luogo di dialogo interreligioso, inclusivo, interculturale e intergenerazionale, l’iter progettuale dell’ex Campo di Marte prevede due fasi distinte: Masterprogram e Masterplan – comincia a spiegare l’architetto Massimo Alvisi – il primo, comprende un piano di interventi strutturali volti a identificare elementi trainanti per il tessuto sociale e per il funzionamento urbanistico, cui si affianca un’attenta costruzione del quadro di investimenti in ambito pubblico e privato; il secondo, invece, risponde agli investimenti previsti con soluzioni mirate ad ottenere spazi per il verde e attività pubbliche, riducendo il costruito e ricercando una nuova connessione con il contesto urbano”.
La tavola unica del masterplan divisa in dieci piazze, 756m di percorsi d’acqua, 511 alberi, 250mila metri quadri di verde e più di 40 mila metri quadri di edifici rigenerati, ha come obiettivo principale la riqualificazione del territorio come soluzione al degrado urbano. Lo studio Alvisi-Kirimoto ricorda che l’area attualmente in stato di abbandono si estende su una superficie di oltre 324.000 mq conducendo da est all’asse viario di Corso Trieste, strada principale della città, e a ovest alla reggia di Caserta.
“Data la posizione urbanisticamente strategica – continua Alvisi – distante appena 15 minuti a piedi dal centro cittadino, l’intervento rappresenta un punto nodale tra la Reggia, il centro storico e le nuove aree di espansione, nonché un potenziale polmone verde per la città. Il nostro intento è quello di aderire al paradigma della “città dei 15 minuti” che promuove il miglioramento della qualità della vita, l’abbassamento dei livelli di congestionamento da traffico e l’abbattimento dell’inquinamento da CO2 e polveri sottili”.
Simbolo di riconversione industriale, l’infrastruttura verde coniuga gli obiettivi di rigenerazione con i punti programmatici dell’enciclica Laudato si’, comprendendo così le interazioni tra l’ambiente naturale, la società, le sue culture, le istituzioni e l’economia.
“Dove, per naturale si vuole intendere la volontà di ridurre l’impronta ecologica – continua Alvisi – contribuendo a limitare l’impatto dei consumi sull’ambiente, attraverso azioni volte alla salvaguardia e alla valorizzazione di elementi ambientali quali l’acqua, l’aria, la terra, la biodiversità, l’energia. Al fine di stimolare un rapporto equilibrato tra ambiente, persone, spiritualità, socialità ed economia, si vuole raggiungere il risultato atteso, cioè quello di stimolare nuovi modelli economici responsabili, solidali e collaborativi capaci di agire sulla povertà e sulle vulnerabilità dei soggetti più fragili”.
“Si tratta di un’idea progettuale senza precedenti in Europa e forse nel mondo – afferma Christian Iaione – un modello che mette i beni comuni e le comunità vulnerabili al centro ed è anche per questo in linea con i principi della Costituzione e delle politiche pubbliche eurounitarie che ormai richiedono di orientare senza tentennamenti gli investimenti pubblici e privati verso obiettivi di sviluppo sostenibile, transizione ecologica e tecnologica giusta, cura, cultura, educazione, accoglienza, inclusione, pace e solidarietà”.
Al professore di Lab.gov ( LABoratorio per la GOVernance dei beni comuni, spin-off non profit di studenti e ricercatori della Luiss Guido Carli) viene consegnato il compito di promuovere la valorizzazione del patrimonio dismesso dell’area, la pianificazione strategica e l’attivazione di tutti i processi di innovazione .
“La Diocesi, la comunità e la città di Caserta offrono in questo modo un esempio da seguire per le presenti e le future generazioni di decisori pubblici e privati”, conclude Iaione.
“Il sogno del Vescovo inizia a prendere forma – aggiunge il presidente della Fondazione monsignor Giovanni Vella – con un lavoro durato un anno, impegnativo, corale e di ascolto, che continuerà nei prossimi mesi per intercettare suggerimenti che possano migliorare il progetto”.
Il vicario vescovile, nel ringraziare i professionisti e tutti coloro, appartenenti alla società civile, che hanno accompagnato fattivamente con proposte ed idee gli architetti e gli esperti in beni comuni, ricorda che il primo incontro tra i progettisti e la città avverrà sabato 30 settembre alle ore 16:00, nell’ambito del Festival Laudato si’.
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