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Casini: “Diritti tv Serie A una battaglia che interessa tutto lo sport italiano”

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Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, è intervenuto nel corso di ‘Radio Anch’io lo sport’ su Rai Radio 1, nel corso della quale ha parlato anche dell’attuale situazione legata ai diritti tv, della possibilità di giocare partite del campionato italiano all’estero e del calciomercato dominato dagli inglesi e dagli arabi.

Casini ha toccato il tema delle offerte dei club arabi a grandi campioni sia in Italia che in altri paesi: “Offerte così importanti mostrano interesse verso giocatori, anche della Serie A, che rischiano di portare a una sorta di doping finanziario. Nel caso di club di altri continenti però solo la Fifa può intervenire con delle regole”.

“Sono preoccupato relativamente, si va a cicli e poi i risultati delle italiane in Europa quest’anno sono stati molto positivi. In Europa la Uefa è già intervenuta con una sorta di tetto salariale, ma probabilmente bisognerebbe introdurre un salary cap più sofisticato come quello delle leghe professionistiche americane”.

“L’eurocentrismo che caratterizza non solo il mondo del calcio può portare a visioni miope, ma certo per per ora si tratta di un mercato che si concentra su calciatori ormai avanti nella carriera. Ma questo è un aspetto che va misurato nel tempo”, aggiunge ancora il presidente della Lega Serie A.

Casini: “Diritti tv Serie A? Battaglia per tutto lo sport italiano”

A proposito della possibilità di giocare partite all’estero, Casini ha detto: “E’ una ipotesi che si discute da anni, anche da altre leghe, guardando ad esempio all’Nba che da anni gioca partite anche in Europa. E’ un tema che c’è e che implica un dialogo con Uefa e Fifa, ma è prematuro”.

Sui diritti tv per la Serie A: “Le offerte basse degli operatori erano fisiologiche, con le trattative private capiremo se riusciremo a chiudere ad un prezzo che i club riterranno conveniente. Se non sarà così si aprirà una fase di negoziazione per un possibile canale di lega, già previsto dal bando”. “Noi speriamo che le offerte siano più alte possibile, perché la Serie A non solo finanzia tutto il calcio ma ha anche un carico fiscale del 60% verso il Governo. È una battaglia che non riguarda solo il calcio ma riguarda tutto lo sport italiano”, aggiunge.


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