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Quando, perché e come conviene mangiare la pasta proteica

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La versatilità è senza dubbio uno degli aspetti più significativi della pasta proteica senza carboidrati, un prodotto alimentare che cuoce in poco tempo e rappresenta una soluzione eccellente per mantenere la linea. Ma vale davvero la pena di scegliere questa proposta alimentare? Se è vero che essa rappresenta una possibilità in più per alimentarsi in maniera sana e variare la propria dieta, conviene capire di che cosa si tratta e quali sono le sue caratteristiche più importanti dal punto di vista nutrizionale.

Come è fatta la pasta proteica

L’aspetto della pasta proteica è uguale a quello della pasta classica, ma a cambiare è la materia prima che viene utilizzata per produrla: non la farina di grano duro, ma i legumi, come i ceci, le lenticchie, i fagioli e i piselli. Si usa, nello specifico, la farina di legumi; in altri casi si ricorre alla farina di frumento che è stata arricchita con isolati proteici quali i piselli e la soia. In alcuni casi si aggiunge l’albume d’uovo, ed è questo il motivo per il quale l’apporto di proteine è consistente, a fronte di un livello ridotto di carboidrati.

Chi dovrebbe consumare la pasta proteica

Chi acquista pasta proteica su bestbody non corre certo il rischio di rimanere deluso, anche perché stiamo parlando di un alimento che può essere consumato da tutti. Si tratta di una preziosa alternativa che consente di variare la dieta, a maggior ragione nel caso in cui si abbia l’obiettivo di dimagrire. Attenzione, però, perché nella pasta proteica è presente una percentuale di glutine, per quanto ridotta: di conseguenza essa non può essere consumata dai soggetti celiaci, anche se in commercio si può trovare anche la pasta proteica gluten free. La pasta proteica può essere condita con verdure crude o accompagnata da verdure saltate in padella. Se si vuol essere certi di consumare un pasto completo, la si può abbinare con ortaggi o insalata. Per il resto non ci sono altri accorgimenti da prendere in considerazione, visto che la pasta proteica può essere consumata al posto di quella normale, cuocendola allo stesso modo secondo le indicazioni fornite sulla confezione.

I valori nutrizionali

In 100 g di pasta proteica ci sono poco più di 20 g di carboidrati, un contenuto di fibre compreso tra 10 e 15 g e fino a 60 g di proteine. Viceversa, nella classica pasta di semola vengono offerti 82 g di carboidrati, tra i 2 e i 3 g di fibre e tra i 10 e gli 11 g di proteine. Ciò spiega anche il modesto indice glicemico che caratterizza la pasta proteica, da cui non possono scaturire picchi di zuccheri; ecco perché il carico glicemico del pasto risulta basso.

Perché provare la pasta proteica

Conoscere della pasta proteica ricette e possibilità di utilizzo in cucina permette di poter contare su un’alternativa che consenta di variare la dieta e al tempo stesso introdurre un maggior apporto di proteine vegetali, limitando al tempo stesso i carboidrati. Questo tipo di prodotto è suggerito per le diete dimagranti, anche perché il sapore e l’aspetto della pasta proteica sono gradevoli come quello della pasta normale. Lo scopo è quello di diminuire i carboidrati e incrementare le proteine assunte. I carboidrati, come noto, causano picchi glicemici, e di conseguenza un immediato assorbimento degli zuccheri. Ciò contribuisce al deposito di grassi, sempre che gli stessi non vengano bruciati.

Un sostituto delle proteine: sì o no?

Scegliere una ricetta pasta proteica può essere una sfida interessante, ma non si deve commettere lo sbaglio di ritenere che essa da sola rappresenti un piatto completo a livello nutrizionale. Insomma, sarebbe un errore mangiarla da sola, anche perché il valore biologico degli alimenti di origine vegetale è più basso rispetto a quello degli alimenti di origine animale. Essi non contengono la totalità degli aminoacidi essenziali, vale a dire sostanze che il corpo umano non può produrre in autonomia e che pertanto è necessario introdurre con la dieta. Il consiglio è di associare la pasta proteica a una fetta di pane o a delle verdure, tenendo presente che gli aminoacidi che sono abbondanti nei cereali non lo sono nei legumi (e vale anche il contrario).

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