Scandalo audio Zaniolo, la ragazza coinvolta: “Quella non è la mia voce”

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“Il mio nome e cognome, la mia foto, sono stati associati alla voce di una ragazza che racconta in un audio su Whatsapp la sua notte di sesso in un parco con il calciatore della Roma Niccolò Zaniolo. Quella voce non è la mia. A parlare è C.S., 30 anni, in questi giorni suo malgrado al centro dell’ultimo ‘gossip’ della tifoseria giallorossa.

“Chi ha messo in rete questo audio, con l’intenzione presumibilmente di screditare il giocatore, ha tirato in ballo una persona che non c’entra nulla, che la mattina alle 5 si alza per andare a lavorare e che da 11 anni è fidanzata con lo stesso uomo”, spiega la ragazza.

Scandalo audio Zaniolo, la ragazza coinvolta: “Non sono io”

“Tutto è iniziato martedì scorso, quando intorno alle 17 ho iniziato a ricevere un po’ di messaggi strani su Instagram e una richiesta da una ragazza che mi metteva in guardia su alcuni audio che girano con me protagonista”, spiega.

“Di lì a poco il mio compagno, col quale convivo da cinque anni, mi ha mostrato un video pubblicato su TikTok con una schermata Whatsapp e l’audio di una ragazza che racconta la notte di sesso ai ‘salta salta’ con Zaniolo e, immediatamente sotto lo screen della conversazione il mio profilo Instagram, con tanto di nome e cognome“.

“Può succedere anche a chi non ha le spalle larghe”

“Quella voce non è la mia, ma soprattutto è stata utilizzata la mia identità senza alcuna ragione. Riuscita comunque, attraverso un amico, a ottenere la rimozione del video, hanno iniziato a girare separatamente su Whatsapp gli audio con quella voce alla quale evidentemente avevano l’urgenza di dare un nome”.

    “A quel punto ho capito che non sarei potuta rimanere a guardare – racconta ancora la ragazza – L’indomani ho denunciato tutto alla Polizia Postale, dalla quale ho avuto la conferma che cose come questa capitata a me accadono purtroppo molto più spesso di quanto pensiamo”.

    “Anche per questo motivo ho deciso di espormi pubblicamente, prima sul mio profilo dichiarando che non conosco quella persona, non conosco certi ambienti, non frequento i locali, che ho una casa, che lavoro e pur non giudicando chi lo fa non vado a fare sesso nei parchi, fidanzata da 11 anni con la stessa persona”.

    “Questa storia si è allargata ormai a macchia d’olio, ho dovuto chiudere il mio profilo e le richieste di amicizia hanno raggiunto quasi quota 600. Io sono tranquilla, la voce non è palesemente la mia e chi mi conosce sa bene che non potrei mai fare una cosa simile”.

    “Tuttavia è importante sottolineare che questa cosa può succedere davvero a chiunque, anche magari a una ragazzina fragile che non ha le spalle abbastanza larghe per affrontare una situazione del genere, che va a scuola, che è soggetta alle voci dei bulli, agli scherni della gente, ai sorrisini e può non sopportare l’onta”.

    “Deve finire la storia per cui l’offeso si debba chiudere in se stesso per cose che non ha commesso mentre l’artefice di simili messe in scena resta impunito e guadagna una notorietà che mai avrebbe”.



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