Ecomafie, Legambiente: Campania maglia nera con 13,6% reati

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La Campania resta maglia nera sul fronte delle illegalita’ ambientali, nella gestione ciclo dei rifiuti e del cemento e per i casi di corruzione ambientale.

A confermare il triste primato e’ il rapporto presentato da Legambiente e relativo al 2021. L’associazione ambientalista denuncia ancora una volta gli interessi trasversali che legano la criminalita’ organizzata ai temi ambientali.

Entrando nel dettaglio dell’indagine, emerge che durante lo scorso anno i reati contro l’ambiente sono stati 4.149 (il 13,6% del totale nazionale), seppur con una significativa riduzione rispetto al 2020, quando erano stati 5.457.



    La Campania risulta prima anche per il numero complessivo di denunce (3.790), gli arresti (73) e i sequestri (1.688). A livello provinciale, il primato va alla provincia di Napoli, terza in Italia, con 1.058 reati accertati, 1.240 persone denunciate, 45 arrestate e 850 sequestri.

    In seconda posizione c’e’ Salerno, seguita da Avellino, Caserta e Benevento. Nel 2021 le forze dell’ordine hanno applicato in Campania per ben 225 volte i delitti contro l’ambiente, portando alla denuncia di 276 persone fisiche e l’arresto di 35 soggetti, con il corollario di 108 beni posti sotto sequestro, per un valore complessivo di oltre 112 milioni di euro. Numeri che vedono della Campania in prima posizione a livello nazionale anche in questa graduatoria.

    “Il quadro che emerge dal rapporto ecomafia 2022 – sottolinea il presidente regionale di Legambiente, Mariateresa Imparato – continua a essere preoccupante. Basta leggere le storie delle indagini concluse da magistratura e forze dell’ordine, o quelle sulle ‘mutazioni’ o sui nuovi inabissamenti da parte delle ecomafie, descritte puntualmente da fonti istituzionali molto autorevoli, per comprendere il senso profondo del nostro allarme”.

    Nonostante le nuove norme sull’inserimento dei delitti contro il patrimonio culturale e l’approvazione dell’emendamento sul ruolo dei prefetti nell’abbattimento degli ecomostri ‘storici’ e non demoliti dai comuni.

    “Quasi tutte le proposte puntuali fatte dalla nostra associazione sull’inasprimento delle pene per alcuni reati gravi, ancora di natura contravvenzionale secondo la normativa italiana vigente, o quelle sul potenziamento del sistema dei controlli ambientali pubblici del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, non sono state fatte proprie dal legislatore”, segnala Imparato, che chiede “uno scatto in avanti, ora piu’ che mai, visto che sono stati assegnati i primi finanziamenti dei bandi del Pnrr e molti altri ne verranno aggiudicati nel prossimo futuro”.

    Anche per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, la Campania e’ leader in Italia con 1.629 reati accertati, quasi un quarto dell’intero Paese. Sono state 1.696 le persone denunciate, 62 gli arresti e ben 985 i sequestri. Stesso trend della Campania anche per il ciclo del cemento, con 1.237 reati, in leggera flessione rispetto al 2020. Sono state 1.413 le persone denunciate, quattro gli arresti e 325 i sequestri.

    Guardando alle singole province, e’ Avellino a detenere il primato con 389 reati, superando Cosenza. La situazione e’ analoga anche per la corruzione ambientale: dal 16 settembre 2021 al 31 luglio 2022, infatti, Legambiente ha censito 19 inchieste in cui le ‘mazzette’ hanno facilitato l’aggiudicazione di appalti per la gestione dei rifiuti, piuttosto che per la realizzazione di opere pubbliche o la concessione di licenze edilizie, con 47 persone arrestate, 113 persone denunciate e 44 sequestri. Partendo dall’inizio del 2010, la Campania si conferma ancora una volta prima in Italia con 185 inchieste, 832 persone arrestate, 1.095 denunciate e 212 sequestri.



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