Successo degli ambientalisti: il Tar Campania ferma la caccia

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Successo degli ambientalisti: il Tar Campania ferma la caccia e ha inoltre fissato l’udienza collegiale all’11 ottobre.

Con decreto cautelare il presidente del Tar regionale, sezione III, ha accolto l’istanza presentata dalle associazioni Lipu BirdLife Itala e Wwf Italia, difende dall’avvocato Maurizio Balletta e ha sospeso l’apertura della caccia, che la Regione aveva fissato al 18 settembre . Il provvedimento riguarda le specie Alzavola, Canapiglia, Codone, Folaga, Porciglione, Germano reale, Gallinella d’acqua, Marzaiola, Fischione, Mestolone, Beccaccino e Frullino e al 21 settembre per le specie Fagiano e Quaglia.

Il Tar ha inoltre fissato l’udienza collegiale all’11 ottobre. Il ricorso è stato presentato a seguito della pubblicazione, da parte della Regione, di una delibera che ha modificato il Calendario venatorio precedentemente pubblicato, non al fine di aumentare le misure a tutela della biodiversità ma per anticipare la caccia ad alcune specie di uccelli, così cedendo alle richieste delle associazioni venatorie che dopo avere pubblicato comunicati e trasmessi ai vari organi regionali, erano giunte addirittura ad impugnare al TAR il calendario venatorio, salvo poi ritirare il ricorso a seguito della modifica adottata dalla Regione.



    Il Tar ha motivato la sua decisione proprio sulla base della “estrema gravità ed urgenza consistenti nella “concreta ed imminente esposizione a pericolo delle specie faunistiche prima dei termini naturali fissati nel calendario venatorio originario”.

    Esprimiamo la nostra soddisfazione – dichiarano le associazioni ricorrenti, Wwf Italia e Lipu BirdLife Italia – per questo importante e risultato biasimiamo l’Campania che testimonia quanto la politica non sia in grado di resistere alle pressioni di certi ambienti, anche se queste si pongono in contrasto con i principi costituzionalmente protetti di tutela della biodiversità e dell’ambiente. Non possiamo che stigmatizzare il comportamento prepotente arrogante tenuto dalle associazioni venatorie che partendo dall’assunto secondo cui la fauna selvatica, che è patrimonio di tutti, sia un bene di esclusiva proprietà dei cacciatori, hanno dato vita a una campagna di pressione fortissima. Richiamiamo le istituzioni al ruolo che a loro compete che è quello di difendere e tutelare il patrimonio comune e non utilizzarlo come merce di scambio elettorale”.



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