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Napoli, messaggi di intimidazione a ballerini ucraini: niente show coi russi

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Napoli, messaggi di intimidazione a ballerini ucraini: niente show coi russi. Il riferimento è per lo spepttacolo di raccolta fondi in scena questa sera al Teatro di San Carlo

I ballerini ucraini, che stasera si esibiranno al Teatro San Carlo di Napoli insieme ai colleghi russi per lo spettacolo di raccolta fondi “#StandWithUkraine – Ballet for Peace”, hanno ricevuto minacce da conterranei.

Minacce che hanno raggiunto i ballerini e le ballerine sui loro cellulari personali con messaggi diretti e sulle proprie pagine dei social network. I messaggi chiedono loro di non partecipare allo spettacolo del San Carlo insieme ai russi.

Gli artisti, al termine delle ultime prove generali di questa mattina, non hanno espresso alcuna volontà di non partecipare allo spettacolo, facendo anche foto con i colleghi russi. Le foto di fine prova insieme ai colleghi russi sono state scattate con un sorriso che esprime l’idea di impegnarsi insieme. I messaggi di intimidazione, riferiscono fonti del San Carlo, hanno turbato gli artisti che al momento hanno deciso pero’ di partecipare alla serata.

La contestazione nei loro confronti è iniziata da alcuni giorni, da quando la notizia dello spettacolo previsto a Napoli si è diffusa a livello internazionale, raggiungendo anche l’Ucraina. Stasera, intanto, potrebbe esserci una protesta degli ucraini che vivono a Napoli all’esterno del Teatro lirico.

“Per noi è in atto un genocidio”. Lo dice Maksim Kovalenko, console ucraino a Napoli, mostrando ai cronisti le foto del massacro avvenuto a Bucha. “Mostro queste foto – spiega – perché noi siamo europei, ucraini e italiani, e forse si sta dimenticando la seconda guerra mondiale, tutti i morti che ci sono stati, milioni di civili morti, bambini, donne. Dobbiamo ricordare quel conflitto e fermare questa guerra. La guerra tra Ucraina e Russia è iniziata come la seconda guerra mondiale”.

“È passato più di un mese dall’inizio della guerra – continua Kovalenko – e in questi giorni sembra di rivedere le immagini della seconda guerra mondiale. Nella città di Bucha, che si trova non troppo distante da casa mia a Kiev, stanno uccidendo tutti, sia uomini che donne che bambini. Lo consideriamo come un atto di terrorismo da parte della Russia”.


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