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Referendum: la Corte Costituzionale boccia quello sulla cannabis

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La ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della .

Lo ha detto in conferenza stampa il presidente Giuliano Amato. La Corte costituzionale ha bocciato anche il referendum sulla responsabilità civile diretta dei magistrati , dichiarando l'inammissibilità del quesito. Si terrà invece il referendum che ha l'obiettivo di riconoscere nei consigli giudiziari il diritto di voto degli avvocati sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.

“Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”, ha detto Amato in una conferenza stampa, spiegando la bocciatura del quesito.

“E' incredibile questa decisione della corte costituzionale dopo che il referendum è stato sottoscritto da 600mila cittadini. dopo la decisione sull'eutanasia di ieri possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum. La corte costituzionale ha fatto quello che il presidente Amato ha detto pochi giorni fa che non andava fatto, cioè cercare il pelo nell'uovo”, così Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa, davanti alla Consulta.

Sono altri 4 i referendum ammessi dalla Corte costituzionale in materia di giustizia. Riguardano l'abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati e l'eliminazione delle liste di presentatori per l'elezione dei togati del CSM. “I suddetti quesiti – si spiega nella nota- sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l'ordinamento costituzionale esclude il ricorso all'istituto referendario”.

“Sono contento che il referendum sia passato così anche i cittadini potranno esprimere la propria opinione. I referendum sono sempre una prova e un esercizio di democrazia da parte dei cittadini. Sulla legge Severino noi sindaci abbiamo chiesto da sempre una modifica perché ci ritroviamo, unica figura istituzionale, ad essere sospesi per 18 mesi senza una condanna definitiva”. Questo il commento  sul via libera al quesito referendario sulla legge Severino di Antonio Decaro, presidente dell'Anci.

“Noi vogliamo approvare la riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario in tempo per applicare la nuova normativa per l'elezione dello stesso Csm, e quindi entro fine maggio. E i tempi coinciderebbero con quelli necessari per evitare i tre quesiti sulla giustizia che riguardano questa materia”. Lo ha detto il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni (M5s), a proposito dei referendum sulla separazione delle funzioni, sulle firme per presentare le candidature per il Csm, e sulla presenza dell'avvocatura nei Consigli giudiziari.


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