‘Tavola tavola, chiodo chiodo…’ al Teatro Vascello

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Tavola tavola, chiodo chiodo” uno spettacolo di e con Lino Musella – tratto da appunti, articoli e carteggi di Eduardo de Filippo– andrà in scena dal 30 novembre al 5 dicembre al Teatro Vascello di Roma.

Ha debuttato lo scorso ottobre in Prima Nazionale al San Ferdinando – il Teatro di Eduardo – “Tavola tavola, chiodo chiodo…” una nuova produzione di Elledieffe e dello Stabile di Napoli con Lino Musella, autentico talento della scena, tra i più apprezzati della sua generazione, vincitore – tra gli altri – nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore.

A dare il là a questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano e andato in scena solo per poche repliche a causa della chiusura dei Teatri, sono state le tante riflessioni emerse, durante la pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti.



    Tommaso De Filippo – impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia – ha appoggiato Lino Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo volendo incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena.

    L’attore dà dunque voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle Istituzioni, al discorso al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del Teatro San Ferdinando; ad affiancarlo in scena il maestro Marco Vidino che esegue dal vivo musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.

    Tavola tavola, chiodo chiodo – dice Musella – sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43.

    Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua.

    Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio per noi”.

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