Napoli. Ha denunciato le minacce razziste dell’uomo che gli dava lavoro e oggi ha deciso di uscire allo scoperto e raccontare la sua storia l’immigrato di 34 anni Zoumana Karidioula.
“Il mio nome è Zoumana Karidioula, ho 34 anni, sono arrivato in Italia su un barcone e, dopo quattro anni, tutto quello che volevo era poter lavorare facendo riconoscere i miei diritti”. L’uomo ha reso pubbliche le minacce che il suo datore di lavoro gli ha diretto dopo la ennesima richiesta di avere un contratto che gli permettesse di regolarizzare la sua presenza in Italia. ‘ Sono un bravo meccanico – ha detto mostrando per la prima volta il suo volto – e quando il principale ha temuto di perdermi è diventato ancora più cattivo minacciandomi nei tanti messaggi che mi ha mandato anche di uccidermi. Mi ha sempre trattato da schiavo pagandomi poco e non voleva perdermi”.
Gli episodi di violenza, come racconta l’ivoriano, accompagnato dal suo avvocato Hilarry Sedu, ci sono sempre stati. ”Più volte – ricorda agitando le mani vicino al viso per aiutare il suo italiano – mi ha preso a schiaffi per futili motivi ed ogni volta che andavo via lui mi richiamava promettendomi di cambiare atteggiamento e, soprattutto, di farmi il contratto. Non l’ha mai fatto”. ”Il mio cliente – precisa l’avvocato Sedu, italiano di origine nigeriana – ha fatto una semplice richiesta di legalità a chi da anni, quotidianamente, lo vessava con insulti a sfondo razziale ostentando una presunta sua superiorità razziale che lo portava a sostenere che il ragazzo in quanto nero, in quanto straniero, poteva essere subordinato. Una spavalderia che ha portato in maniera incauta a mandargli più tracce audio apostrofandolo nero di m… e minacciandolo di morte.
Un’offesa che non lede solo il mio cliente ma offende le persone della mia pelle e tutti gli stranieri che vogliono vivere nell’onestà e nella legalita'”. Precisa l’avvocato: “Bisogna inasprire le pene per coloro che si macchiano di questi reati odiosi che sono difficili da provare. E anche quando, come in questo caso, lasciano tracce non sempre la giustizia riesce a punirli in maniera da non reiterare il reato. Faccio mio l’appello del mio cliente, un ragazzo che per aver deciso di denunciare le discriminazioni chiedendo di vivere nella legalità si trova oggi impaurito. Spero che ci sia qualcuno che, avendo bisogno di un meccanico, gli offra una chances anche per ristorare il diritto che lui ha visto perduto”.
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