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Caserma Levante tutti condannati i 5 carabinieri

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Caserma Levante tutti condannati con pene tra i 3 anni e 4 mesi e i 12 anni il processo con rito abbreviato ai 5 carabinieri di Piacenza.

Erano imputati per presunti illeciti commessi nella caserma Levante tutti condannati. Per Giuseppe Montella, ritenuto la ‘testa’ del gruppo, la pena piu’ alta a 12 anni, quattro in meno di quanto chiesto dall’accusa. Pene inferiori alle richieste della procura piacentina anche per l’appuntato scelto Salvatore Cappellano (8 anni), per il collega Giacomo Falanga (6 anni), per Marco Orlando, all’epoca comandante della stazione di via Caccialupo, (4 anni) e per Daniele Spagnolo (3 anni e 4 mesi)

Caserma Levante tutti condannati

A decidere la condanna è stato il gup, Fiammetta Modica, che – in rito abbrevviato – ha accolto sostanzialmente le richieste dei sostituti procuratori Matteo Centini e Antonio Colonna, che hanno svolto le indagini coordinati dal procuratore Grazia Pradella.

 

Caserma Levante tutti condannati – 12 anni al ‘capo’ Giuseppe Montella

Caserma Levante tutti condannati in primo grado nel processo con rito abbreviato i 5 Carabinieri della caserma Levante di Piacenza, chiusa l’anno scorso dopo l’apertura di un’inchiesta per un giro di spaccio di droga e torture sui fermati.

Il comando generale “Non ci saranno sconti per nessuno”

Caserma Levante tutti condannati. “Non ci saranno sconti per nessuno”: commenta l’Arma dei Carabinieri, che “esprime ancora una volta il proprio dolore su una vicenda molto grave poiché è inaccettabile che i Carabinieri possano tenere comportamenti di gravità inaudita e ledere gli interessi dei cittadini”. Ma “con responsabilità accertata, non ci saranno sconti per nessuno. Chi sbaglia pagherà oltre che sul piano penale, anche su quello civile (anche con risarcimento dei danni economici) e disciplinare. Tutti i militari a giudizio, a suo tempo, furono immediatamente sospesi dal servizio e altri più gravi provvedimenti saranno adottati se ci sarà sentenza definitiva di condanna”.

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L’Arma, infatti, nel procedimento si è costituita parte civile, “per rispetto dei cittadini e degli oltre 100mila Carabinieri che ogni giorno lavorano con sacrificio e rischio personale al fianco degli italiani”. E “a seguito dei fatti di Piacenza, l’Arma nel rispetto del principio di trasparenza istituzionale, ha fortemente potenziato l’azione di comando a tutti i livelli gerarchici e ha adottato più moderne modalità per accrescere l’efficacia dei controlli”.

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Inoltre “è stata costituita una struttura con compiti di audit, per rafforzare la costante attività di verifica sul funzionamento dei reparti sino a livello stazione e sono state adottate ulteriori iniziative per la formazione del personale”.


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