Stalking: condannata ex assistente universitaria a Caserta

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Stalking: condannata ex assistente universitaria a Caserta.

Il giudice monocratico Giuseppe Meccariello del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato a due anni di carcere un’ex assistente universitaria per i reati di stalking e diffamazione commessi nei confronti di una ricercatrice della facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo della Campania Luigi Vanvitelli; parte offesa, ma in un processo in corso al tribunale di Nola, è anche il docente universitario con cui l’ex assistente collaborava.

L’imputata, una 31enne di Grazzanise , fu anche arrestata e posta ai domiciliari per questi fatti dai carabinieri nell’ottobre 2019, in seguito alla denuncia presentata nei suoi confronti dalla ricercatrice che, a detta della 31enne, aveva preso il suo posto all’università.

Nel processo conclusosi ieri, la ricercatrice, difesa da Dezio Ferraro, si è vista riconoscere anche il risarcimento danni che verranno liquidati in sede civile. La persecuzione del prof e della ricercatrice, secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere e dei carabinieri, inizio’ dopo che la 31enne aveva terminato la sua collaborazione – era assistente volontaria – presso la facolta’ di Legge della Vanvitelli.



    L’imputata ha inviato varie lettere al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere in cui diffamava pesantemente prof e ricercatrice – quest’ultima è un avvocato – alludendo ad una presunta relazione tra i due. La 31enne si presento’ anche ad un convegno dove c’erano le vittime.

    La ricercatrice ha presentato denuncia contro la stalker, facendola arrestare e dando il via al processo conclusosi con la condanna della 31enne ex assistente.

    A commento dalla sentenza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha condannato a due anni un’ex assistente della facolta’ di Legge dell’Ateneo Luigi Vanvitelli per stalking e diffamazione verso una ricercatrice, interviene l’avvocato dell’imputato con alcune precisazioni. “La mia assistita – spiega l’avvocato Gennaro Grassia – ha ricevuto una sola denuncia dalla ricercatrice, e non cinque, e inoltre la ricercatrice parte offesa non ha preso il posto della mia assistita, che era un’assistente volontaria e non aveva un rapporto di collaborazione con l’universita'”. Il legale dell’ex assistente condannata ha inoltre escluso che “la mia assistita abbia mai mandato lettere diffamatorie al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere nei confronti della ricercatrice e del professore universitario”, e che lei e il docente “si siano incontrati ad un convegno”.

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