Coronavirus, l’epidemiologa Salmaso: ‘I casi cresceranno ancora’

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Coronavirus, l’epidemiologa Salmaso: “I casi cresceranno ancora. Era strano che l’Italia rimanesse con pochi casi, visto che siamo circondati da Paesi con numeri importanti”.

 

“Il lockdown di marzo aveva congelato l’epidemia. Il virus circolava al Nord ed è rimasto abbastanza confinato lì. E’ stato un risultato importante. Oggi viaggi e vacanze rimescolano le carte. I contagi si stanno ridistribuendo fra Nord e Sud e fra Italia ed estero”, “non facciamoci illusioni, il virus circola bellamente e se trova un’occasione per contagiare, non la perde certo. La situazione oggi è meno grave dal punto di vista clinico, ma nulla esclude che possa tornare a peggiorare”, “tutto dipenderà da quanto riusciremo a circoscrivere i casi e interrompere le catene di trasmissione”.

Lo afferma l’epidemiologa Stefania Salmaso, ex direttrice del Centro nazionale di epidemiologia e sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità, in una intervista a Repubblica. “In questi mesi – aggiunge – abbiamo investito molto in macchinari per malati gravi e terapie intensive. Avremmo dovuto fare di più anche per i servizi di epidemiologia e prevenzione. Bastano un tablet con moduli di raccolta dati uguali per tutti e squadre di personale addestrato a condurre le interviste sui contatti dei positivi. Costano poco e sono utili per controllare la circolazione del virus e interrompere le catene di trasmissione”.



    Evidenzia inoltre che “non basta passare accanto a un infetto per un attimo. Ci sono individui molto contagiosi e situazioni più propizie per la trasmissione. Parliamo di eventi di superdiffusione, in cui un solo positivo infetta un gran numero di persone. Ignoriamo invece che peso abbia il contagio all’interno delle famiglie, se quindi un malato debba essere allontanato dalla sua casa, e quanto abbiano influito gli asintomatici in Italia. L’indagine nazionale di sieroprevalenza ci ha mostrato che i lavoratori rimasti attivi durante il lockdown non si sono infettati più di quelli chiusi in casa, e che il rischio è stato concentrato in specifiche aree geografiche. Ma ignoriamo ancora quanto potranno essere rischiose le scuole. In Israele c’è stato un grande focolaio perché, in un’ondata di caldo, è stato permesso agli alunni di togliere le mascherine”. E conclude: “Le cautele devono restare per tutti. Distanza, mascherine e lavaggio delle mani sono d’obbligo, e lo resteranno per parecchio. Forse i messaggi della comunità medica e scientifica non sono stati abbastanza concordi”.


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