L’unione Praticanti avvocati continua la battaglia per un esame giusto ed equo

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“Lo slittamento della pubblicazione dei risultati scritti sarà inevitabile”.

Esordisce così La presidente di Upavv, Claudia Majolo. “Si tratta di un’altra tegola sulla testa dei praticanti avvocati – incalza Majolo – che continuano ad attendere gli esiti per le prove scritte 2019; intanto, il Palazzo di giustizia a breve entra nel periodo di ferie e ciò comporterà, come era facilmente prevedibile e come del resto avevamo dichiarato in tempi non sospetti, lo slittamento a settembre della pubblicazione esiti”.

“Per alcuni giorni – Prosegue Claudia Majolo – UPAVV ha mantenuto il silenzio, confidando che le istituzioni mantenessero lo sguardo sulla problematica dell’esame di avvocatura. Invece, nonostante si sia ormai giunti a metà luglio, periodo in cui si presumeva che sarebbero dovuti perlomeno giungere presso le CA esaminate, il Ministero continua a non fornire alcuna risposta”. “Ebbene – incalza Majolo – e non ci stancheremo mai di ribadirlo, si è preferito che per certe categorie professionali riforme come l’orale abilitante così come per i consulenti del lavoro, che richiedono una laurea triennale rispetto alla magistrale richiesta per noi praticanti avvocati. Evidentemente cinque anni di giurisprudenza e due anni di specializzazione per il Ministero non sono abbastanza per considerarci al pari delle altre categorie”.

“Intanto secondo fonti Aiga pare che non occorrerà alcuna uniformità tra le Corti e che si procederà ad inviare i plichi singolarmente, ma intanto nessuna notizia perviene dagli uffici esami. Qualora il Ministero decida di inviare i plichi, è molto probabile che entro fine luglio avvenga l’apertura delle buste. Altrimenti la data prossima è settembre con preappello a fine ottobre ( 30gg per legge) ed esami orali fino a gennaio, con probabilità degli scritti a febbraio 2021 così i candidati del 2020 diventeranno avvocati se tutto va bene nel 2023. Ciò comporta in un ritardo nel mondo dell’accesso del lavoro, già saturo; perché il Governo sa bene che gli avvocati in Italia non rappresentano la classe dei ricchi ma nonostante tutto continuano ad esistere scuole e concorsi a pagamento, quando l’istruzione dovrebbe essere gratuita”. “Così in fin dei conti – conclude Claudia Majolo – UPAVV non molla la battaglia, poichè la nuova sessione è alle porte e con essa il destino di tanti altri praticanti”.




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