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Via Coroglio, residenti prigionieri della sosta selvaggia, impossibile uscire di casa

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Via Coroglio, residenti prigionieri della sosta selvaggia, impossibile uscire di casa. Borrelli (Verdi): “Una situazione inaccettabile, Polizia Municipale intervenga duramente per difendere il diritto dei cittadini di entrare e uscire in casa propria”. I residenti: “Abbiamo più volte denunciato la situazione con noi vive anche un’anziana di 87 anni che in caso di emergenza sarebbe spacciata”.

 

“Alcuni residenti di via Coroglio all’altezza del civico 154 sono letteralmente prigionieri della sosta selvaggia. Le automobili, parcheggiate sul marciapiede proprio in prossimità dell’ingresso delle abitazioni presenti, impediscono di fatto l’accesso in entrata e uscita a chi vi abita. Una condizione che si protrae da troppo tempo e che non è possibile tollerare ulteriormente.

Secondo quanto denunciato dai residenti stessi, la Polizia Municipale, più volte sollecitata, ha sempre risposto di non avere mezzi a sufficienza per intervenire e per rimuovere forzatamente le automobili. Pur conoscendo le difficoltà logistiche e la carenza di uomini e mezzi della Polizia Locale, ritengo che su questa situazione si debba intervenire duramente. Non è possibile che per colpa di un manipolo di incivili, alcuni cittadini non riescano più ad accedere liberamente in casa propria”. Questa la denuncia del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ha ricevuto la video denuncia da un residente.

“Bisogna combattere radicalmente tutti i comportamenti incivili e di prevaricazione – ha proseguito Borrelli – specie quando in gioco ci sono i più elementari diritti di cittadinanza. Chiedo che proprio in via Coroglio, già teatro di diversi episodi criminosi, venga posta la massima attenzione delle forze dell’ordine a tutela dei residenti”

“Abbiamo fatto varie denunce ma ci è sempre stato risposto che non ci sono mezzi e uomini a sufficienza. Ma tutto questo è assurdo. Con me – denuncia uno dei residenti – abita anche mia nonna di 87 anni, in caso di un’improvvisa emergenza rischierebbe seriamente di non poter essere soccorsa. Non ce la facciamo più”.


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