L’opera, di rilevante pregio storico-artistico, si presenta come gravemente ammalorata ed in stato di decadimento e di abbandono, condizioni tali da giustificare la configurazione (per il momento a carico di ignoti) dei reati di omissioni di lavori e danneggiamento. Infatti, a seguito dell’acquisizione di notizia di reato in tal senso, che dava luogo all’iscrizione del procedimento, i primi accertamenti e la consulenza tecnica di esperti disposta dall’autorità giudiziaria, hanno evidenziato “la presenza di diversi problemi legati al precario stato manutentivo dell’Arco, per il quale si sono registrati: fenomeni diffusi di deterioramento dei materiali; presenza di lesioni superficiali; parziale distacco di elementi lapidei; presenza di vegetazione infestante dovuta a infiltrazioni di acqua; interventi di risanamento non appropriati che possono minarne la conservazione”.
L’azione della Procura “è ancora una volta tesa a cautelare i beni di rilevante pregio storico-artistico, costituenti patrimonio della Comunità, dall’incuria e dal rischio di una compromissione irreparabile che porti ad un depauperamento di detto patrimonio a scapito delle future generazioni” ha commentato il capo della Procura Maria Antonietta Troncone.