Ecco come la camorra inondava di droga la movida del Molise: 39 misure cautelari

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Oggi, dopo due anni di indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Campobasso, Carabinieri e Finanzieri hanno eseguito 39 misure cautelari (n. 20 custodie cautelari in carcere, 7 custodie agli arresti domiciliari, 4 divieti di dimora in Molise e Campania, 6 divieti di dimora in Molise, n. 1 obbligo di dimora in Campobasso ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

 

I provvedimenti sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Campobasso, Teresina Pepe. Le misure sono state eseguite nelle regioni Molise (Bojano – CB, Campobasso e Isernia) Campania (Napoli, Afragola – NA e Benevento) Puglia (Torremaggiore – FG) Calabria (nei confronti di soggetto attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Cosenza) ed attraverso mandato di arresto europeo nei confronti di un cittadino rumeno attualmente residente in Germania. I diversi indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo – si aggiunge – dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, traffico di stupefacenti ed estorsioni, anche con l’aggravante del c.d. “metodo mafioso”, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio e porto abusivo di armi.

Quello di stamane è l’epilogo dell’operazione Piazza Pulita, nome scelto dagli investigatori dei carabinieri e delle Fiamme gialle, per attestare la costante attenzione ai fenomeni criminali posta quotidianamente in essere con il controllo del territorio che ha consentito di scoprire il tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nella provincia di Campobasso e nella sua sana economia. Sotto la direzione del Procuratore Distrettuale Antimafia, Nicola D’Angelo; e del Sostituto Procuratore Vittorio Gallucci, l’attività di indagine condotta da carabinieri e finanzieri ha avuto come obbiettivo sia quello di arginare la recrudescenza del fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti nella provincia di Campobasso, sia di ostacolare il processo di espansione e radicamento di attività criminali provenienti dall’hinterland napoletano. L’articolata attività d’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Campobasso, dai finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Campobasso in collaborazione con lo S.C.I.C.O. di Roma, ha permesso di individuare tre sodalizi, consentendo di accertare condotte legate al traffico ed al commercio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina e hashish destinate al territorio della provincia di Campobasso e al riciclaggio/reimpiego di denaro di provenienza illecita.



    In particolare, i proventi dello spaccio di sostanze stupefacenti (commesso anche nelle cittadine campane di Castello di Cisterna e Pomigliano d’Arco), sono finiti all’interno di due imprese molisane operanti nel settore della commercializzazione di pellet che, potendo così contare su sempre maggiore liquidità, hanno potuto vendere il combustibile domestico a prezzi bassi e fuori mercato, ponendo in essere così una concorrenza sleale che ha consentito loro di diventare, giorno dopo giorno, i monopolisti assoluti. Di fatto, gli investigatori hanno scoperto pregiudicati campani, già affiliati a clan camorristici, dimoranti sul territorio molisano che si erano stabilmente insediati nella provincia di Campobasso avvalendosi di altri soggetti del luogo coinvolti nel mercato degli stupefacenti. Nel corso delle indagini venivano così individuati inizialmente due gruppi malavitosi, capeggiati da due pregiudicati molisani, entrambi con autonome attività di spaccio, che interagivano tra loro per l’approvvigionamento dello stupefacente. A fronte dell’attività di traffico di Droga della prima associazione (composta da n. 7 persone) con base operativa in Bojano (sia presso un’abitazione che in aperta campagna), la seconda (composta da n. 10 persone) si è dimostrata più attiva tanto che attraverso la gestione del night club “Luxuria” (sito nel comune di San Massimo) – centro di un vero e proprio smercio di Droga fra i clienti – è risultata operativa sia nel centro matesino che nel capoluogo molisano. A questi due gruppi che già operavano nella predetta area, si aggiungeva un nuovo sodalizio, di estrazione camorristica, capeggiato da un pregiudicato campano capace di assicurare un ottimo canale di rifornimento e ingenti quantità di stupefacente. Detto nuovo sodalizio (composto da n. 10 persone), capeggiato da elemento di spicco della camorra napoletana, unitamente a pregiudicato a capo del sodalizio locale, poneva in essere implicite ed esplicite minacce di gravi ritorsioni nei confronti dei soggetti debitori di somme di denaro per l’acquisto di partite di Droga, avvalendosi della forza di intimidazione ed assoggettamento derivante dall’appartenenza alla criminalità organizzata di tipo ‘camorristico’ e sfruttando pertanto il c.d. “metodo mafioso”.

    Tale evidenza investigativa apriva uno spaccato sull’operato del pluripregiudicato campano (legato al clan Rega operante in Pomigliano D’Arco e Castello di Cisterna) che, a seguito dell’applicazione del divieto di dimora in Campania, aveva spostato il centro dei propri interessi illeciti in Bojano, ove costituiva due società con l’intento di farvi confluire i proventi dei propri affari. Durante le indagini, condotte a partire dall’estate del 2018 con intercettazioni telefoniche e ambientali (audio e video), perquisizioni e sequestri, acquisizione di documentazione contabile e bancaria, audizione di numerosissime persone informate sui fatti, attività di osservazione, pedinamento e controllo, venivano effettuati n. 6 arresti e n. 13 denunce in stato di libertà, rilevate circa 2.500 condotte di cessione e di detenzione di stupefacente, con sequestri di sostanza stupefacente per un totale di circa gr. 400 di cocaina, gr. 70 di eroina e kg. 3 di hashish. A conclusione delle indagini sono stati denunciati complessivamente 58 soggetti (italiani e stranieri) per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio ed autoriciclaggio, nonché per i reati di minaccia ed estorsione, detenzione abusiva di armi e trasferimento fraudolento di valori; ulteriori 5 soggetti venivano denunciati per il reato di favoreggiamento. Oggi circa 250 uomini e donne dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Campobasso e dello S.C.I.C.O. di Roma, coadiuvati dai carabinieri e finanzieri dei Comandi Provinciali di Napoli, Benevento, Cosenza, Isernia e Foggia con l’ausilio di 5 unità cinofile della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, di 4 unità cinofile dei Comandi Regionali Puglia e Molise della Guardia di Finanza, degli elicotteri del 5° Nec e del ROAN di Pescara, nonché del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione alle predette misure cautelari eseguendo oltre 60 perquisizioni.

    Nel corso dell’operazione, nell’ottica di perseguire il contrasto al patrimonio illecitamente conseguito dai gruppi criminali scoperti, si è proceduto ad articolate indagini patrimoniali, al cui esito il G.I.P. del Tribunale di Campobasso ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca di abitazioni, autovetture, quote societarie di due imprese molisane per un valore di oltre ? 1.000.000 (un milione) di euro. In particolare è stato accertato come il denaro proveniente dallo spaccio di sostanze stupefacenti confluisse nelle società in questione gli indagati impiegavano quelle somme nella gestione ordinaria delle attività, come ad esempio il pagamento degli affitti e delle forniture di pellet. Allo stato tutte le misure sono state eseguite ad eccezione di un soggetto attivamente ricercato. Durante le perquisizioni sono state rinvenute modifiche quantità di sostanze stupefacenti, quali hashish e cocaina. Sono tuttora in corso i sequestri di beni e delle aziende riconducibili ai soggetti arrestati.



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