DIS/SENSO #2 MUNDUS IMAGINALIS. Una esposizione digitale di ‘opere non opere’

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Da questo pomeriggio, lunedì 30 marzo ore 18, gli artisti Franco Cipriano, Antonio Davide, Pier Paolo Patti e Ciro Vitale sono impegnati in una esposizione digitale con ‘opere non-opere’, prodotte direttamente con i software, che non siano riproduzioni di opere materiali già esistenti. Non ‘opere’ da riprodurre all’esterno del web, su supporti materici (carte fotografiche, istallazioni ambientali…), ma immagini che generate in esso restino nel circuito elettronico, diffuse e fruibili attraverso solo condivisioni e copie-post. Anche la possibilità di riproduzioni a stampa, da parte degli autori o dei ‘visitatori’, è destituita da ogni ‘valore’ di ‘autenticità’ autoriale, avendo la loro ‘singolarità’ di opere ascritta solo alla visione sui dispositivi elettronici.

Non saranno quindi riproduzioni documentali, ma ‘opere’ immateriali che ‘vivono’ in quanto prodotte nell’esposizione sui monitor, in hardware e software come spazio, insieme, del fare e dell’esporre; non mimando o ricostruendo lo spazio materiale espositivo (di gallerie, musei ecc.), ma ‘manifestando’ l’autore il suo gesto nello spazio probabile della gestione operativa e della visione incorporea del web. O considerando la rete come corpo esteso, fatta di ‘oggetti’ inediti, stratificato in tipologie operazionali, nuove membra di un gesto topologico che attraversa lo spazio non-spazio della rete e dei suoi ‘programmi’ nei tempi espansivi e diramati dell’ ‘inventio’ della ‘imago’ , nei quali si iscrive il corpo reale soggettivo e collettivo nel tempo apocalittico del senso. Dove il senso delle cose ‘esplode’, si ‘frammenta in rivoli immaginali che si compongono e disperdono nei percorsi labirintici delle visioni immateriali.
I linguaggi ‘visivi’ si ‘materializzano’ immaterialmente, esponendosi in una ‘riflessione’ del visibile, sospesa sulla soglia del soggetto che mostrandosi ‘si ritrae’, affidando il suo ‘gesto’ ai percorsi imprevedibili della rete.

Le ‘icone’ sono esposte nelle pagine Facebook degli artisti (promotori e invitati) con una ‘multivisione’ (pubblicate in una solo post) e anche singolarmente, per cui ogni artista pubblica l’opera degli altri, in un incrocio di ospitalità (“l’ospitalità è un crocevia di percorsi”, scrisse il poeta Edmond Jabès).
Le esposizioni singole hanno durata temporanea di tre giorni, aggiornabili con immagini di autori-artisti ‘in progress’. Restano come archivio nella pagina ‘evento’. La pagina è aperta su invito a immagini, e testi di contributi sul tema del rapporto tra arte e linguaggi virtuali da artisti, critici, storici dell’arte, filosofi, poeti. musicisti scritte, riflessioni dunque su linguaggi e nuove tecnologie nel tempo ‘apocalittico’ ( di rivelazione) dei mutamenti globali della comunicazione, dell’informazione e della ‘creatività’.

Potrebbero seguire ‘personali’ articolate in successione temporale.

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