Napoli e Provincia

Pozzuoli ORA e M5S: “Figliolia si dimetta. Grave se si dovesse ripetere”

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La richiesta che fa l’opposizione M5S e Pozzuoli ORA, è chiara: il sindaco
deve dimettersi, il pericolo che una simile condotta possa essere reiterata anche sotto altri
aspetti della vita amministrativa è troppo alto.
Anche il Sostituto Procuratore della Repubblica, il dott. Sergio Amato, ha confermato
quello che l’opposizione già denunciava a febbraio, ovvero che il sindaco Figliolia ha gestito
in maniera discrezionale le ordinanze relative alle chiusure dei locali commerciali,
firmandone alcune e ignorando altre.
Nel decreto di archiviazione c’è scritto a chiare lettere: “[…] essendo stata accertata una
illegittima gestione dei provvedimenti, adottati dall’indagato, Sindaco di Pozzuoli, in
relazione alle modalità di attuazione in materia di occupazione suolo pubblico […] quanto
ad oggettive disparità di trattamento emerse nei confronti di numerosi esercenti
commerciali nei confronti dei quali non risulta adottato il provvedimento di chiusura
dell’attività”.
«Noi parliamo di responsabilità politica – afferma il consigliere Postiglione – e nulla più.
Il sindaco spieghi a noi e alla città, perché non ha firmato le sessanta ordinanze di chiusura
che erano sulla sua scrivania. Perché non spiega alla città dove sono i cento verbali della
Polizia Municipale che non si trovano. Spieghi per quale motivo per infrazioni rilevate nel
medesimo giorno si è proceduto in maniera diversa. Il sindaco – conclude Postiglione – ha
fatto due pesi e due misure per sanzioni nate nello stesso momento su procedimenti che
nascevano da sanzioni identiche».
«Se l’archiviazione del procedimento da un lato ha prosciolto penalmente il Sindaco
Figliolia, dall’altro ha esplicitato l’illegittimità del suo operato – affermano i consiglieri del
Movimento Cinque Stelle, Antonio Caso e Domenico Critelli. Mettendolo nero su
bianco, il PM ha ribadito una percezione che in città era forte da tempo: agli occhi del
nostro primo cittadino i Puteolani non sono tutti uguali, non sono parimenti trattati, o almeno
così è stato per i commercianti».

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