Cultura

9 Novembre 1989, trent’anni dalla caduta del muro di Berlino

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Simbolo politico della guerra fredda tra Stati Uniti e U.R.S.S. fu costruito, oso scrivere, per “dispetto”. L’anti destra in cemento per impedire la libera circolazione delle persone tra il territorio della Germania Est e Berlino Ovest (Repubblica Federale di Germania). Il muro della cattiveria, della vergogna, innalzato per volontà del dittatore sovietico Nikita Kruscev come linea di confine europea tra le zone controllate da Francia, Regno Unito e U.S.A. e quella sovietica, durante la guerra fredda: Kruscev contro John Kennedy, l’allora presidente americano. Un progetto fino a quel momento pensato ma mai messo in pratica. Fiducioso, da poco inquilino della Casa Bianca, incontra il primo ministro sovietico a Vienna nel 1961. Un summit durato 11 ore: la pace e la guerra nella mani dei due statisti. Il disarmo atomico e i problemi di Berlino ovest restano però parole. Kruscev infastidito dalla presenza di quel giovane troppo educato, troppo sicuro, non consegnò Berlino ai tedeschi dell’Est. Il muro inizia a prendere forma. Costruito in più fasi, iniziato il 3 agosto del 1961 circondava tre settori di Berlino Est. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all’interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest: fu così creata la cosiddetta “striscia della morte”. In seguito il primo muro fu abbattuto. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Il “muro di quarta generazione”, iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato ed era anche protetto nella “striscia della morte” da recinzioni, fossato anticarro, 302 torri di guardia con cecchini armati, 20 bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km. Per 28 anni, dal 1961 fino al 9 novembre 1989, divide famiglie, affetti, amori poi la decisione storica, sorella della stessa che stabilisce la costruzione: Berlino Est e Berlino Ovest possono essere riunificate. La popolazione incredula per quanto sentito avendo visto l’annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipita, inondando le zone intorno al muro e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, sorprese, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che, laddove non vi era stato adempimento spontaneo all’annuncio pervenuto via etere, non era più possibile rimandare indietro tale enorme folla vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare un movimento di tali proporzioni. Furono allora costretti ad aprire i posti di blocco. La popolazione entra in una città grigia, urbanisticamente degradata, si mescola con l’arcobaleno di colori dell’enclave capitalismo ; una divisione culturale, sociale, economica, lascia il posto alla LIBERTA’

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