Feste e lavori con i fondi per i migranti, 25 indagati

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Avrebbero pagato anche la ristrutturazione di una villa, con annesso campo da tennis, e una festa di 18 anni a carico del Servizio Sprar. Attraverso false fatture per operazioni inesistenti avrebbero gonfiato i costi per ottenere rimborsi non dovuti e richiesto pagamenti delle rette per i rifugiati non più presenti sul territorio nazionale. E’ quanto emerso da un’indagine sulla gestione delle attività di accoglienza dei migranti condotta dalla Guardia di Finanza di Cassino, in collaborazione con i poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di Cassino, che ha portato alla denuncia – a vario titolo – di 25 persone per reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici, dall’estorsione alla truffa ai danni dello Stato dall’abuso d’ufficio all’emissione e utilizzo di fatture false. Coinvolti anche un sindaco in carica di un paese in provincia di Isernia e due ex sindaci. Diciotto le misure cautelari personali emesse, di cui 11 obblighi di presentazione alla pg e 7 divieti di esercitare attività imprenditoriali. Disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta di beni per un valore di tre milioni di euro. L’attività d’indagine, scattata nel 2016 e coordinata dalla Procura di Cassino, ha riguardato varie realtà delle provincie di Frosinone, Caserta, Isernia, Latina e Rieti. Sarebbero emersi numerosi comportamenti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei rifugiati sia nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) che in quello dei Centri di Accoglienza Straordinari (CAS). Accertato anche un caso di corruzione di un funzionario addetto alla rendicontazione del servizio Sprar per percepire contributi per costi mai sostenuti e poi accertate anche responsabilità a carico dei rappresentanti e soci di tre cooperative dalle quali e’ emerso un vero e proprio sistema basato sull’illecito e indebito rapporto tra il responsabile dell’ufficio rendicontazione del servizio Sprar e i responsabili di due cooperative ramificate nei territori delle province di Frosinone, Caserta e Isernia. Gli investigatori avrebbero anche documentato che in alcune realtà si sarebbe creato un vero e proprio monopolio di qualche cooperativa nel servizio di affidamento dei servizi, in ‘cambio’ di assunzioni. Il sindaco di un comune coinvolto sarebbe riuscito a ottenere come “compenso” l’assunzione di familiari e conoscenti, pretendendo in alcune circostanze anche un aumento di stipendio per una persona di suo interesse. In un caso di fronte al tentativo di “infiltrazione” da parte di un’altra cooperativa, sarebbe stato rilevato l’intervento di un sindaco che, con minacce più o meno velate, avrebbe costretto la proprietaria dell’immobile che doveva essere adibito a residenza degli immigrati a rescindere il contratto di locazione già stipulato e registrato.




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