I fatti del giorno

Anziana donna Testimone di Geova rifiuta la trasfusione e muore dissanguata in ospedale

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Una donna di 70 anni è morta dissanguata nell’ospedale di Piedimonte Matese, dove era ricoverata da alcuni giorni, perché da Testimone di Geova aveva rifiutato le trasfusioni.Ne dà notizia l’edizione odierna de Il Mattino. La signora aveva una gastrite sanguinante e per questo bastavano delle trasfusioni e delle cure appropriate per salvarla. Ma sia lei sia il figlio hanno spiegato in più circostanze ai medici, durante i giorni di ricovero, che non acconsentivano ad alcun tipo di trasfusione e così la donna nel giro di sei giorni è morta. Ieri si sono svolti anche i funerali. La notizia naturalmente apre ancora di più il dibattito sull’obiezione di coscienza e sul fine vita alla luce della recente decisione della Consulta sul caso Dj Fabo-Cappato e dopo le perplessità del primo ministro Giuseppe Conte. La decisione della donna non ha trovato concorde il primario del Reparto di Chirurgia generale dell’ospedale di Piedimonte Matese dove la donna era ricoverata, che non ha potuto far altro che arrendersi di fronte alla manifesta volontà di non ricevere cure, mentre i familiari dell’anziana, anch’essi testimoni di Geova, ne hanno sostenuto e difeso la scelta. “Cosi’ ha deciso mia madre” ha detto il figlio al primario Gianfausto Iarrobino, ex presidente del Consiglio comunale di Caserta; questi ha raccontato su Facebook quanto accaduto, parlando di suicidio e eutanasia, peraltro proprio in giorni in cui si discute molto di suicidio assistito in seguito alla sentenza della Consulta che ha chiesto sul punto un intervento del legislatore. “Oggi sono triste e incazzato nero” afferma Iarrobino, che poi, parlando della paziente, sostiene: “L’avrei salvata al 100%, ma ha rifiutato ed e’ morta. I figli ed i parenti solidali con lei. Mi sono scontrato con tutti. Alla fine i figli si sono esaltati dicendo: mamma sei stata grande, hai dato una lezione a tutti i medici e tutto il reparto. Mi chiedo: come può una religione permettere ancora oggi un suicidio?” conclude Iarrobino, che a fine racconto inserisce l’hashtag #eutanasiapiedimontechirurgia#.

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