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La mamma della piccola Jolanda abbandonata anche dalla sua famiglia: si teme che possa suicidarsi in carcere

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Immacolata Monti abban­donata da tutti anche in carcere isolata è vigilata dagli agenti penitenziari e seguita dagli psicologi perché temono che possa suicidarsi. La mamma della piccola Jolanda Passariello, la neonata di Sant ’Egidio del Monte Albino uccisa – la notte tra il 21 e 22 giugno – a soli 8 mesi, da quando è al carcere di Sa­lerno dallo scorso 5 luglio, continua a non avere occasioni di dialogo con nessuno. E’ quanto è emerso l’altro giorno dalla visita ispettiva fatta nel carcere di Salerno da un gruppo di deputati salernitani insieme con i componenti del partito radicale. La donna sa­rebbe stata abbandonata anche dalla sua famiglia che non le ha mai fatto visita alla casa circondariale. Il suo stato di salute psicofisico è molto precario: a sua dispo­sizione, quotidianamente, c’è un equipe di medici e psi­chiatri che la tengono sotto controllo. Su di lei incombe il timore di un possibile gesto insano quale può es­sere il suicidio. Trascorre le sue giornate in cella, senza parlare con nessuno. Forse qualche scambio di battute con una detenuta con cui condivide la cella: en­trambe, infatti, sono in un reparto particolare dedicato proprio a persone in condi­zioni psicologiche deboli. Intanto, della famiglia nulla si sa: la madre non le ha mai fatto visita, così come il resto della famiglia. Chi ha avuto modo di incrociare il suo sguardo all’interno della struttura penitenziaria parla di una donna sola, distrutta, sofferente. Ed è qui che nasce la paura che possa compiere, presto o tardi, un gesto estremo. Pericolo fino ad ora scongiurato proprio dalla costante presenza non solo degli agenti peniten­ziari ma anche e soprattutto dal gruppo di psicologi che la segue ogni giorno.


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