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E’ morto Francesco Saverio Borrelli, l’ex capo di ‘Mani Pulite’

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E’ morto a Milano Francesco Saverio Borrelli, l’ex capo del pool di “mani pulite” era nato a Napoli e aveva 89 anni. Protagonista di una capitolo della storia d’Italia, per 47 anni ha indossato la toga, Borrelli si e’ spento in ospedale a 89 anni. Entrato in magistratura nel luglio 1955, ha legato la sua carriera a Milano dove, salvo un anno a Bergamo, ha svolto ogni tipo di funzione: pretore, giudice fallimentare e poi civile, pubblico ministero, procuratore capo dal 1988 fino alla nomina di procuratore generale nel 1999. Sposato con Maria Laura e padre di due figli, il primogenito Andrea è giudice civile a Milano. Tra i suoi interventi a difesa dell’indipendenza della magistratura resta celebre la frase pronunciata nel 2002, a pochi mesi dalla pensione: “Resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave”. Accanto a lui fino all’ultimo momento la moglie Maria Laura e i figli Andrea e Federica, che aveva scritto su Facebook un lungo post che faceva già presagire la fine.
Francesco Saverio Borrelli era nato a Napoli il 12 aprile 1930 ed e’ morto all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dove era ricoverato da un circa un paio di settimane. Lascia la moglie Maria Laura, i figli Andrea e Federica e quattro nipoti. Figlio e nipote di magistrati e a sua volta con un figlio magistrato, Borrelli, trasferitosi a Firenze, ha studiato al conservatorio (la musica, insieme alla montagna, e’ stata una delle sue passioni) e si e’ laureato in legge con una tesi su ‘Sentimento e sentenza’. Relatore fu Piero Calamandrei. Vinto il concorso nel 1955, e’ entrato in magistratura come giudice civile a Milano, nel palazzo dove il padre era la piu’ alta carica. Passato dal civile al penale, ha presieduto sezioni di tribunale e di Corte d’Assise, giudicando anche le Br. Negli anni Sessanta e’ stato tra i fondatori della corrente di Magistratura Democratica. Il 17 marzo 1988 Borrelli e’ succeduto a Mauro Gresti alla guida della Procura della Repubblica, dove dal 1983 era procuratore aggiunto. E’ diventato noto con Mani Pulite, la maxi-inchiesta che ha coordinato con il vice Gerardo D’Ambrosio, collega ed amico scomparso il 30 marzo 2014 e con il quale, peraltro, si e’ talvolta trovato in disaccordo sui temi di politica giudiziaria. Dal 1999 al 2002 come Procuratore Generale ha difeso con fermezza il principio costituzionale della indipendenza della magistratura.


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