Indagato per voto di scambio politico mafioso, cresce il dissenso attorno ad Alfieri, l’uomo ‘delle fritture di pesce’

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Il capo della segreteria del Governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca ed ex sindaco di Agropoli è ora il candidato sindaco di Capaccio Paestum alle imminenti elezioni amministrative. L’accusa è contenuta in un decreto di perquisizione firmato dal pm della Dda di Salerno Vincenzo Montemurro
Il capo della segreteria del Governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca, Franco Alfieri, ex sindaco di Agropoli e candidato sindaco di Capaccio alle imminenti elezioni amministrative, è indagato per voto di scambio politico mafioso. L’accusa è contenuta in un decreto di perquisizione firmato dal pm della Dda di Salerno Vincenzo Montemurro, ed eseguito stamane nello studio legale e nella casa di Alfieri dagli uomini della Dia coordinati da Giulio Pini. La stessa accusa è stata notificata all’attuale sindaco di Agropoli, Adamo Coppola. Gli agenti sono entrati anche in municipio e hanno acquisito documentazione di appalti e attività amministrative.
L’indagine è una costola di quella deflagrata nel novembre scorso con i 22 arresti che hanno colpito la famiglia Marotta, gli ‘zingari’ di Agropoli, accusati di aver minacciato il sindaco e un maresciallo dei carabinieri che stava indagando su di loro. Dalle carte depositate al Riesame nelle settimane successive sono emerse alcune intercettazioni che hanno documentato i rapporti tra Alfieri e i Marotta. Conversazioni captate attraverso una cimice che dimostrerebbero che l’allora sindaco, qualche anno fa, si sarebbe prodigato per procurare a uno dei Marotta un posto di lavoro nell’azienda dei rifiuti. Le perquisizioni intendono approfondire questo filone investigativo, sviluppato con nuove attività compiute dalla Dda salernitana in questi ultimi mesi, attività che hanno riguardato anche gli interessi del clan Marandino di Capaccio e le sue mire nel settore delle onoranze funebri.
“Alfieri ritiri la sua candidatura a sindaco” di Capaccio Paestum, dicono la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Bilotti e il consigliere regionale campano del M5S Michele Cammarano. “L’uomo che De Luca ha invitato pubblicamente a emulare, l’esponente da Prima Repubblica che per il governatore rappresenta la macchina di voti perfetta, il politico che rastrella preferenze grazie quello che l’attuale presidente Regione Campania ha definito ‘il sistema delle fritture di pesce’ – spiegano Bilotti e Cammarano – si trova oggi al centro di un’indagine con sul capo l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Un’attività inquirente scaturita anche grazie all’opera di incessante denuncia dei nostri attivisti e del nostro portavoce al Consiglio comunale di Agropoli”. Secondo gli esponenti pentastellati “di fronte a un’accusa di questo tenore ci chiediamo cosa aspetti il Pd, che oggi ha tra i suoi massimi esponenti al Sud il capolista alle europee ed ex numero uno dell’Antimafia Roberti, a chiedere ad Alfieri di ritirare ad horas la sua candidatura. Quella stessa candidatura – concludono – battezzata in pompa magna in una cerimonia evento alla presenza del figlio di papà Piero De Luca”.
“Siamo curiosi di sapere – dice Edmondo Cirielli, Questore della Camera dei Deputati e parlamentare di Fratelli d’Italia – cosa pensano dell’indagine sul consigliere politico del presidente della Regione Vincenzo De Luca, sia l’ex capo della Procura nazionale Antimafia, Franco Roberti, oggi candidato alle europee con lo stesso partito di Alfieri, che il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti. Sembra strano, soprattutto perché Roberti avrebbe dovuto supervisionare la legalità e trasparenza degli uomini di De Luca. Da un ex magistrato ci aspettiamo parole forti di condanna contro ogni pericoloso incrocio tra camorra e politica. Mentre nulla ci aspettiamo da De Luca che in passato ha esaltato il sistema delle fritture di pesce”. “Roberti e Zingaretti rifiuteranno, anche pubblicamente, i voti di un indagato per voto di scambio? O faranno finta di nulla?” conclude Cirielli.

Gustavo Gentile


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