Tifoso morto a Milano, vuole giustizia la vedova, al momento condanne lievi

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La vedova vuole giustizia, vuole sapere chi ha ucciso suo marito ma non si è costituita parte civile in questo processo contro gli amici fraterni di suo marito”. Così Caterina Monestier, difensore della famiglia di Davide Belardinelli, interviene al termine della sentenza con cui il gup di Milano Carlo Ottone De Marchi ha condannato cinque tifosi – con pene fino a 3 anni e 8 mesi – accusati di rissa aggravata e lesioni negli scontri del 26 dicembre scorso prima della partita Inter-Napoli in cui perse la vita il sostenitore del Varese. La vedova, parte offesa, ha preferito non prendere parte all’udienza. Quelle di oggi sono le prime condanne per la rissa di Santo Stefano. “La vedova vuole giustizia su chi ha ucciso suo marito, non aveva senso invece entrare come parte civile in questo processo agli amici fraterni del marito”. Lo ha spiegato, dopo la sentenza di condanna per 5 ultras per gli scontri del 26 dicembre a Milano, l’avvocato Caterina Monestier, legale della moglie di Daniele Belardinelli, l’ultra’ del Varese morto investito all’inizio degli scontri e che era amico degli imputati del processo abbreviato che si e’ chiuso oggi. La vedova di Belardinelli, infatti, non si e’ costituita parte civile in questo processo e non era presente in aula oggi, ma c’era il suo legale. “Non spetta a me dire se le condanne di oggi sono eque – ha aggiunto l’avvocato – noi non abbiamo chiesto alcun risarcimento in questo filone dell’indagine”. Il legale ha detto inoltre che ” tutta questa situazione per la mia assistita e’ molto triste”.

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