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Violenza al nido domiciliare, in manette un’educatrice

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In una casa nel centro storico di Siena aveva creato un ‘nido domiciliare’ che era frequentato da sei bambini, di età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni, figli di famiglie agiate che pagavano rette di 600 euro mensili. Ma i piccoli ospiti venivano continuamente insultati e picchiati. Per questo una sedicente educatrice, una donna italiana di 52 anni, è stata arrestata con l’accusa di maltrattamenti. A dare il via all’inchiesta sono state le denunce presentate da due madri che avevano osservato grande agitazione e problemi del sonno nei figli.Le indagini, coordinate dal pm Silvia Benetti, sono state affidate ai carabinieri. Con una serie di stratagemmi gli investigatori sono riusciti ad accedere al ‘nido domiciliare’ e a realizzare intercettazioni ambientali audio e video, filmando con le telecamere nascoste ciò che accadeva nell’abitazione della donna. Sono stati così ricostruiti “numerosi episodi consistenti in condotte violente, quali strattonamenti, percosse”, anche con piccole lesioni procurate ai bimbi, “alimentazione coattiva attraverso pressioni sullo sterno o occlusione del naso per imporre l’apertura della bocca, urla continue e insulti”.I carabinieri hanno fatto un blitz nella casa della sedicente educatrice interrompendo, hanno spiegato gli inquirenti, “un ulteriore grave episodio” commesso in flagranza di reato: la 52enne aveva messo per punizione in terrazza, al freddo pungente del mese di gennaio, una bimba in un passeggino. E’ scattata così la perquisizione dell’abitazione che ha permesso di far ritrovare e sequestrare, tra l’altro, una fascia elastica in materiale sintetico realizzata artigianalmente dalla 52enne per immobilizzare i bambini a suo parere troppo agitati. Anche una ex collaboratrice della 52enne ha ammesso agli investigatori dell’Arma di aver aver assistito “a procedure educative poco ortodosse”.La scorsa settimana la donna, che è risultata con precedenti penali specifici per maltrattamenti in famiglia, è stata arrestata e per disposizione della procura condotta nel carcere fiorentino di Sollicciano.

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