Toro in lutto: è morto Gigi Radice

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 “Per noi e’ stato un grande protagonista, dalla meta’ degli anni ’70, quando poi vinse lo scudetto, fino a quasi tutti gli anni 80 – dice ancora Cairo -. Prima vinse il campionato, poi arrivo’ secondo, e torno’ al Toro nel 1984/85 riuscendo ancora ad essere secondo. Senza dubbio un grande protagonista del Torino di quegli anni come allenatore, con risultati notevolissimi: e poi con 374 partite e’ stato il tecnico granata piu’ longevo”. Ma che ricordo personale ha, l’attuale presidente, dello scudetto vinto dai ragazzi di Radice, il primo del Toro dopo quelli conquistati in serie dalla squadra distrutta dalla tragedia di Superga? “Di quel 1976 – ribatte al telefono Cairo – ricordo la grande cavalcata, con grandissimi campioni. Graziani e Pulici anzitutto, ma anche Claudio Sala, del quale ero innamorato perche’ anch’io giocavo all’ala destra sebbene purtroppo non con gli stessi risultati. E Castellini, il ‘giaguaro’, poi, era un portiere incredibile”. Che uomo era Radice? “Un grande allenatore, ma anche una persona umanamente straordinaria: me ne ha parlato Comi, che lui aveva allenato per diversi anni. Mi ha raccontato tante cose belle. Una di queste e’ un aneddoto che ha ricordato anche Castellini: dopo l’ultima partita del campionato dello scudetto, ancora preso dalla trance agonistica, invece di gioire si lamentava del risultato, un pareggio col Cesena, e recriminava per l’autogol di Mozzini”.


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