Tafferugli nel carcere di Regina Coeli: 6 agenti feriti

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“Alle ore 21,00 di ieri 14 dicembre presso il repartino psichiatrico della Casa Circondariale di Roma Regina Coeli dove sono ristretti circa venti detenuti, un detenuto africano di circa 25 anni in carcere per il reato di oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale, dopo una colluttazione tra ristretti si rifiutava di recarsi presso la locale infermeria per cure e ai numerosi inviti del personale di Polizia Penitenziaria presenti dapprima reagiva con pugni al volto dell’ispettore presente e poi aggrediva altri Poliziotti Penitenziari con calci e morsi. Ciò nonostante i Poliziotti Penitenziari riuscivano ad accompagnarlo al reparto isolamento ma anche lì il detenuto aggrediva ulteriore personale ed il grave bilancio della serata di violenza nel carcere romano risultava essere di sei Poliziotti Penitenziari accompagnati in ospedale per ferite di varia gravità tra cui l’Ispettore aggredito per primo con probabili serie fratture al volto”. A dare la notizia è l’O.S.A.P.P. – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che denuncia “la continua emergenza carceraria” che la Polizia Penitenziaria non ha “strumenti professionali e tecnici necessari ad affrontare”. “Ogni giorno offese, minacce e lesioni di vario genere provenienti da detenuti che se non hanno alcunché da perdere sono comunque giustificati dal fatto di vivere nel carcere benché in condizioni di grave e comprovato disagio psichiatrico”, sottolinea Beneduci, rimarcando “il grave errore compiuto dalla politica negli anni scorsi di attribuire a poche e inesistenti REMS sul territorio, dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, l’onere di allocare detenuti affetti da infermità psichiatrica con il risultato di riversarne migliaia nelle carceri ordinarie e con il conseguente tributo in danno dell’incolumità fisica dei Poliziotti Penitenziari”, mentre “l’attuale politica che non sa neanche lontanamente come affrontare” la questione e “non dota i Poliziotti Penitenziari di strumenti di prevenzione e di difesa. Solo la fortuna e soprattutto l’alta professionalità dei Poliziotti Penitenziari a cui non viene neanche garantita l’uniforme ordinaria di servizio ha impedito fino ad oggi – conclude Beneduci – che le lesioni gravi ed invalidanti subite dagli addetti del Corpo potessero trasformarsi in ancora più infausti eventi, ma è assolutamente inaccettabile che l’attuale Guardasigilli e il nuovo Capo del D.A.P. Basentini possano continuare a confidare nella buona sorte tenuto conto del disastro che quotidianamente si registra nelle carceri Italiane e delle centinaia di donne e uomini in uniforme che per servire le istituzioni nel terzo millennio devono recarsi presso gli ospedali per curare le ferite riportate in servizio”. Per questo, conclude, “chiediamo, oltre ad iniziative concrete, che sia istituita presso il Ministero della Giustizia una conferenza permanente con le Organizzazioni Sindacali del personale per affrontare e risolvere il gravissimo problema delle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria “.


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