Napoli, gravi carenze sanitarie nel carcere di Poggioreale, la figlia di Rigotti: ‘Fate morire mio padre a casa sua’

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“Il caso di Ciro Rigotti, malato terminale, detenuto nel carcere di Poggioreale, è un drammatico esempio del fallimento della sanità in Campania e, particolarmente, dell’ASL Napoli 1 Centro, che non riesce a garantire l’assistenza sanitaria ai detenuti di questo istituto penitenziario”. E’ quanto afferma il Segretario Federale di Sud Protagonista, Salvatore Ronghi, che, stamani, ha tenuto una conferenza stampa, davanti alla sede del Tribunale di Napoli, insieme con il portavoce cittadino, Luigi Ferrandino, e il presidente dell’Associazione ex detenuti, Pietro Ioia. Hanno partecipato alla conferenza stampa la figlia di Rigotti, che ha chiesto alla magistratura di consentire al proprio padre “di morire a casa sua, tra i propri affetti, e non tra le pareti di un carcere”. “La Regione non può continuare ad ignorare le gravi carenze della sanità nel carcere di Poggioreale, che sembra essere un luogo nel quale vengono vanificati i diritti fondamentali e, quindi, la dignità dei detenuti, anzichè un istituto penitenziario in grado di garantire la rieducazione e il reinserimento sociale del detenuto.Per questo, il nostro movimento ha lanciato la campagna sociale e politica per la chiusura del carcere di Poggioreale e l’edificazione di nuove strutture carcerarie a misura d’uomo, una battaglia di giustizia e di civiltà che chiediamo a De Luca e De Magistris di condividere”- ha aggiunto Ronghi. “Non ci stancheremo mai di sottolineare l’ovvio, che tanto ovvio, nei fatti, non è: un detenuto deve pagare il proprio debito con la giustizia ma i suoi diritti devono essere tutelati, in primis il diritto alla salute, e ad una assistenza sanitaria adeguata e di qualità, soprattutto quando si verificano gravi patologie, come quella che ha colpito Rigotti. Tutto ciò a Poggioreale non accade. Da mesi denunciamo suicidi e malasanità all’interno delle carceri, e particolarmente a Poggioreale, e il dramma è che nessuno, sia sul piano nazionale che su quello locale, interviene per porre fine a tutto ciò e garantire un carcere giusto ed umano”. “La pena va espiata in un contesto di dignità, di recupero e di reinserimento sociale e non come avviene oggi in quelle carceri che hanno problemi strutturali come quello di Poggioreale” – ha aggiunto Ferrandino – per il quale “il Sindaco di Napoli e il Presidente della Regione Campania non possono continuare a girarsi dall’altra parte di fronte alla violazione dei diritti dei detenuti”.




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