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Sparò ai parenti, la Cassazione annulla la sentenza per concedere altri benefici a De Blasio

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Montesarchio. Sparò ai parenti e fu condannato a tre anni di reclusione: la cassazione annulla con rinvio la sentenza nei confronti di Giuseppe Blasio, 34 anni, che due anni fa fu arrestato per tentato omicidio e spari in luogo pubblico. Su istanza del suo difensore, l’avvocato Dario Vannetiello, la Suprema Corte di Cassazione ha disposto che venga rideterminata la pena e venga ridotta. Il 27 gennaio 2016 Giuseppe De Blasio, sparando all’impazzata con una pistola a tamburo, colpì prima lo zio di striscio alla gamba,
poi il cugino con quattro di pistola alla pancia.
Ad essere attinti dai colpi di pistola furono l’omonimo Giuseppe De Blasio, 64 anni eMatteo De Blasio, il cugino. A scatenare l’ira dello sparatore una precedente lite suo padre e lo zio poi attinto. Immediata la adozione della custodia cautelare in carcere prima e degli arresti domiciliari poi, misure restrittive, durate un anno e nove mesi, imposte nei confronti di colui che, solo per circostanze fortuite ed errori di mira, non si rese protagonista di un duplice omicidio ai danni di stretti parenti, aggravato pure da futili motivi. Instaurato il giudizio abbreviato, il processo si concluse a novembre del 2016 innanzi al Gup presso il Tribunale di Benevento – dott. R. Melone – con la condanna dell’imputato alla mite pena di anni quattro, ulteriormente ridotta a giugno del 2017 dalla Corte di appello di Napoli – V sezione penale – alla sola pena totale di anni tre di reclusione, condanna questa che comprendeva sia il delitto di tentato omicidio che quello di porto in luogo pubblico di un’arma da fuoco.
Ma la più grande sorpresa è arrivata all’esito del giudizio di cassazione. In accoglimento delle tesi formulate dall’ avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, I la prima sezione penale della Suprema Corte, pur a fronte della richiesta del Procuratore Generale di dichiarare inammissibile il ricorso proposto, ha annullato la sentenza disponendo un nuovo giudizio innanzi a diversa sezione della corte d’appello di Napoli, con l’effetto di evitare l’arresto.

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