Cronaca Giudiziaria

Melito, l’hotel La Palma dissequestrato dal Riesame: attività lecita

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Melito – Dissequestrato dal tribunale del riesame l’hotel La Palma: attività lecita. Nella giornata di ieri, il presidente Esposito del Tribunale del Riesame di Napoli dopo la richiesta dell’avvocato Mario Angelino, ha annullato il decreto di sequestro ritenendo, viste le argomentazione esposte dal penalista Angelino che difende Gaetana Solla, Patrizia Liguori, Concetta Bevilacqua e Maria Iorio; assenti i motivi di gravi indizi riconducendo l’intera attività nell’alveo di una semplice e lecita gestione familiare. L’operazione fu condotta lo scorso 3 luglio dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli che aveva dato esecuzione a provvedimenti cautelari e personali, nei confronti di alcuni storici fiancheggiatori dei clan Di Lauro e Bocchetti. Tra le attività commerciali utilizzate per il reimpiego dei patrimoni secondo la DDA figurano cinque strutture alberghiere oggi sottoposte a vincolo patrimoniale. Si tratta di hotel ritenuti provento di attività illecite: hotel Bolero a Chiaiano; il Fly Boutique Hotel in piazza Mercato a Napoli; il Martini Hotel a Casavatore; Hotel Saint Luis a Giugliano e appunto l’hotel La Palma a Melito sulla Circumvallazione oggi rientrato nella piena proprietà e gestione dei soci. Le attività di indagine – coordinate dal pm Henry John Woodcock – hanno fatto emergere numerosi indizi e riscontri sulle attività imprenditoriali ritenute utilizzate dal clan per la ripulitura e il reinvestimento di capitali illeciti. Tra i soggetti colpiti dai provvedimenti, Pietro Virgilio, alias «Pierino ‘o infermiere», affiliato al clan Di Lauro, Carmine Acquavella, deceduto nel 2014, era, invece, affiliato al clan Bocchetti, di cui era diventato il tesoriere, curandone il riciclaggio dei proventi illeciti. Per il perseguimento dell’intento delinquenziale, questi si avvaleva del supporto sia di familiari che di conoscenti, tra cui la moglie, Concetta Solla, e i figli di quest’ultima. Proprio i rapporti familiari tra quest’ultima e uno dei gestori dell’hotel Le Palme, avevano indotto a ritenere sussitente il sopsetto che l’hotel fosse nella disponibilità del clan Bocchetti.

Raffaele Desiani


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