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La turista inglese faccia a faccia col branco: ‘Sono stati loro a violentarmi’

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Torre Annunziata. Abito scuro, seduta sulla sedia dei testimoni con accanto un traduttore e una funzionaria dell’ambasciata inglese in Italia a darle conforto: è stata così per ore la turista inglese stuprata dal branco nell’hotel Alimuri di Meta di Sorrento a ottobre del 2016. Alle spalle della donna, convocata in aula dal Gip Emma Aufieri per l’incidente probatorio, alcuni dei suoi aguzzini: i cinque addetti dell’albergo arrestati a maggio scorso per averla drogata e poi stuprata. Assenti i tre indagati liberi, coinvolti nella violenza di gruppo ai danni della donna originaria del Kent.
Lei è rimasta, per ore, seduta su quella sedia riservata ai testimoni, con lo sguardo rivolto al giudice e al pubblico ministero Mariangela Magariello che sedeva accanto al suo avvocato Lucilla Longone. Alle sue spalle in gabbia gli indagati. Si è girata a guardarli, tutti, quando il giudice per le indagini preliminari – prima che iniziasse la testimonianza – le ha chiesto se tra gli arrestati poteva riconoscere i due barman che lavoravano sulla piscina dell’Alimuri, la sera tra il 6 e il 7 ottobre del 2016. E lei li ha riconosciuti, entrambi. Subito. La richiesta di riconoscimento ha fatto scattare le ‘rimostranze’ di alcuni difensori degli indagati, subito bloccate dal giudice
Una testimonianza lunghissima, quella della vittima dello stupro, che si è protratta per ore, dal primissimo pomeriggio, fino a sera. L’udienza, iniziata in mattinata, è stata interrotta per una notifica urgente a mezzo pec ad uno dei difensori degli imputati che non era stato avvisato. Alle eccezioni sulla regolarità delle notifiche il gip Emma Aufieri ha risposto con un provvedimento ad horas per avvisare il difensore ed poi ha superato tutte le eccezioni sollevate dagli avvocati degli 8 indagati, per consentire alla testimone – arrivata dall’Inghilterra – di essere interrogata nella forma dell’incidente probatorio. A maggio, il giudice Aufieri aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Antonino Miniero, di Portici, Gennaro Davide Gargiulo di Massa Lubrense, Raffaele Regio e Francesco Ciro D’Antonio entrambi di Torre del Greco e Fabio De Virgilio di Vico Equense. Tutti sono detenuti ed erano presenti in aula. Convocati per l’incidente probatorio anche altri tre indagati a piede libero: Catello Graziuso di Castellammare di Stabia, Vincenzo Di Napoli di Meta di Sorrento e Francesco Guida di Sant’Agnello.
La donna interrogata dal pm Magariello ha ricostruito, minuziosamente, quanto accaduto quella sera, sulla piscina dell’hotel Alimuri. Ha ricordato i momenti della prima serata, i drink bevuti in compagnia e poi di essere rimasta sola, perchè la figlia si era allontanata. Dopo il tempo trascorso in piscina era stata portata in una stanza e violentata contemporaneamente da più uomini. Ha descritto i particolari della violenza subita, mentre veniva filmata con un telefono cellulare. Un racconto interrotto spesso dalle lacrime, sofferto, durissimo. Particolari rivissuti nell’aula del tribunale alla presenza di avvocati e indagati che per tutto il tempo sono stati ad osservarla mentre lei era seduta di spalle a quella gabbia. La signora si è interrotta più volte. Fortissima la tensione, le lacrime hanno preso spesso il sopravvento. A supportarla una funzionaria dell’ambasciata inglese che l’ha accompagnata e che nei momenti di pausa l’ha confortata dandole coraggio. Accanto alla vittima un traduttore che le riferiva le domande del pm e del giudice e traduceva le sue risposte.
Fuori dall’aula Gip per ore è stata anche la presidente dell’Unione donne italiane Stefania Cantatore che ha inviato alla vittima, attraverso il suo avvocato, parole di sostegno e vicinanza. Non è escluso che l’Associazione si costituisca parte civile nel processo in corso: “Lancio un appello alle associazioni di categoria degli albergatori e agli imprenditori del settore a verificare – ha detto Stefania Cantatore – quale tipo di assistenza viene fornito alle turiste single negli alberghi non solo italiani ma europei, affinchè quello che è accaduto a Meta non accada più”. L’udienza si è protratta fino a tardissima sera. Ora si attendono le decisioni del gip.

 Rosaria Federico


Articolo pubblicato il giorno 10 Luglio 2018 - 00:15

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