Mancini: la sua Italia chiude il trittico col pari

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Roberto Mancini riparte di nuovo dal 4-3-3, con qualche novità rispetto alla formazione battuta dalla Francia. In porta c’è Perin, in quella che potrebbe essere la sua nuova casa. Al centro la coppia del futuro, Rugani-Romagnoli, con Zappacosta e Criscito sugli esterni. Il regista è sempre Jorginho, protetto ai lati da Cristante e Bonaventura. Balotelli resta in panchina, mentre la punta titolare è Belotti, supportato da Insigne, capitano per l’occasione – primo giocatore del Napoli nella storia a guidare da capitano la Nazionale azzurra -, e da Verdi. Koeman sceglie invece il 4-3-1-2, con Depay e Babel tandem d’attacco, mentre alle loro spalle agisce Vilhena. Davanti a Cillessen, la linea difensiva è composta da Hateboer, van Dijk, De Ligt e Blind, con il neo interista de Vrij inizialmente in panchina. A centrocampo c’è un altro atalantino, de Roon, al fianco di Wijnaldum e Vormer. L’Olanda sembra partire con grande aggressività, ma corre un grosso pericolo dopo meno di tre minuti, quando Belotti segna il gol dell’1-0. Il bomber granata va a festeggiare, ma l’assistente dell’arbitro annulla giustamente per fuorigioco perché l’attaccante è di qualche centimetro avanti sulla deviazione verso il centro di Cristante. La fiammata iniziale si attenua col passare dei minuti, a causa di troppa imprecisione da ambo le parti nella costruzione del gioco. Tra gli azzurri il più brillante continua a essere Belotti che, poco prima del quarto d’ora, sorprende sul filo del fuorigioco la difesa di Koeman, ma viene fermato di nuovo – con molti più dubbi – per offside. È la Nazionale di Mancini che fa la parita, ma trovare varchi nella difesa Oranje è molto complicato. I lanci in verticale danno l’impressione di scombussolare il reparto arretrato degli olandese, ma i pericoli maggiori arrivano sempre dai calci piazzati. Nessuno di questi però si concretizza in un vero e proprio tentativo dalle parti di Cillessen. Almeno fino alla mezz’ora, quando Belotti viene pescato solo a centro area, ma si divora l’opportunità, facendosi bloccare la conclusione dal portiere di riserva del Barcellona. Il brivido procurato galvanizza gli azzurri che ci riprovano subito con Verdi, liberato da uno splendido passaggio di Insigne, ma l’esterno del Bologna spara alto. L’Olanda in fase offensiva è invece praticamente inesistente, se non per qualche guizzo di Depay. L’Italia contiene la timida reazione degli avversari e si ripropone in avanti, sempre con la solita verticalizzazione improvvisa alle spalle della difesa. Questa volta il destinatario del passaggio di Jorginho è Verdi che controlla bene, perde un tempo di gioco e conclude con il mancino, ma Cillessen devia in angolo. Sul corner è Criscito a sfiorare il vantaggio, con un colpo di testa respinto sulla linea da Vormer. In avvio di secondo tempo c’è solo una novità in campo: Janmaat al posto di Hateboer. Il tema dell’incontro è invece lo stesso dei primi 45 minuti, con Insigne che prova a sbrogliare la situazione con una botta da fuori che termina di metri sopra la traversa. L’Olanda continua a vivere di fiammate e dopo un’ora di gioco costruisce la prima occasione della sua partita, con il mancino volante di Vilhena che sorvola il legno di pochissimo. Anche Mancini adopera le prime sostituzioni, con l’ingresso di De Sciglio al posto di Zappacosta e soprattutto quello di Chiesa e Zaza per Verdi e Belotti. Cambiano che portano anche a un cambio di modulo da parte degli azzurri. Sono di nuovo gli Oranje però a rendersi pericolosi, con un colpo di testa centrale di Depay, lasciato colpevolmente solo a centro area. I cambi danno nuova linfa alla Nazionale e al 67′ arriva anche il gol del vantaggio. Chiesa si invola sulla fascia e crossa in mezzo dove Zaza, con un rimpallo sul tentativo di rilancio di van Dijk, beffa Cillessen e sblocca il punteggio. La rete però distrae la squadra di Mancini che si fa cogliere impreparata pochi secondi dopo. Criscito non riesce a contenere la corsa di Babel e lo stende, rimediando l’espulsione che lascia in 10 gli azzurri. Sulla punizione dal limite è sempre Depay a cercare la via del gol, ma Perin si distende e neutralizza il tentativo da fermo. Koeman si gioca il tutto per tutto e rimodula la squadra con una formazione super offensiva. Mancini invece, oltre a Bonucci per Insigne vista l’inferiorità numerica, dà spazio a forze fresche come Baselli e Pellegrini. Una dormita generale della difesa manda al tiro Vilhena che non trova di poco lo specchio.




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