La camorra ricattò il sindaco grillino di Quarto: in 25 a processo

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Quarto. Un terremoto politico senza precedenti nel primo comune, all’epoca dei fatti, guidato dal Movimento 5 Stelle. Sembrava destinata ad essere dimenticata l’inchiesta che nel 2015 coinvolse un consigliere comunale dei 5 stelle accusato di voto di scambio a favore del clan Polverino e di aver minacciato il sindaco Capuozzo. Ieri il PM della Dda Woodcock ha firmato 25 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di altrettanti indagati. Tra questi ci sono sei componenti della famiglia Cesarano, alcuni presunti prestanome e c’è Giovanni De Robbio, mister 855 preferenze, che secondo l’accusa avrebbe fatto da ponte tra l’amministrazione comunale e i Cesarano, nota famiglia di imprenditori attivi nel campo delle onoranze funebri e ritenuta una costola del clan da anni attivo tra Quarto, Marano e Calvizzano. L’accusa nei confronti di Alfonso Cesarano e di altri indagati è quella di aver condizionato l’esito delle elezioni e garantirsi la presenza nella macchina comunale di persone di fiducia con l’intento di mettere le mani su settori strategici del comune, tra cui urbanistica e servizi cimiteriali. Per riuscire nell’intento sarebbe servito un insospettabile quale Giovanni De Robbio, uomo di fiducia dei Cesarano, che avrebbe conquistato la fiducia di Luigi Di Maio e Roberto Fico e di farsi eleggere tra i banchi del consiglio comunale. In più occasioni anche durante lo svolgimento del consiglio comunale De Robbio aveva avuto atteggiamenti intimidatori nei confronti del primo cittadino. “Ho percepito fino in fondo la sua intimidazione, ed ero davvero esasperata” – dice la Capuozzo. De Robbio non ha ricevuto incarichi di maggioranza. Alcuni giorni dopo un plico anonimo contenente la documentazione riguardante la pratica di condono del sottotetto della casa del sindaco finì nelle mani di consiglieri ed assessori. La notizia diventò di pubblico dominio generando una vera e propria crisi politica con le dimissioni di consiglieri e assessori. Rosa Capuozzo fu espulsa dal Movimento e poté andare avanti solo con un alleanza trasversale con i consiglieri di opposizione.


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