‘Porta un fiore per Giuseppe’, manifestazione per il 20enne napoletano morto in attesa del trapianto

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Ci saranno anche le telecamere della Rai domani mattina a Roma alla manifestazione che si svolgerà in piazza Cavour,  “Porta un fiore a Giuseppe” organizzata da Michela Esposito la sorella del 20enne napoletano morto la scorsa settimana all’ospedale Umberto Primo mentre era in attesa di trapianto. Il giovane era affetto da fibrosi cistica ed  è morto la notte del 17 maggio scorso e la famiglia è in attesa di conoscere quali siano state le cause attraverso l’esame dell’autopsia che dovrebbe svolgersi agli inizi della prossima settimana. Sulla vicenda la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta.

“Ci riuniremo non solo per un abbraccio forte a Giuseppe – spiega sulla sua pagina facebook la sorella Michela – ma ci riuniremo per un’iniziativa forte e coraggiosa, al fine di sostenere ogni giovane affetto da questa malattia, ci faremo portavoce di gravi e serie problematiche derivanti da negligenza e protocolli imposti assurdi. Vi preghiamo di metterci tutta l’energia che ci contraddistingue e di portare un fiore, simbolo di solidarietà e vicinanza”.

Esposito era ricoverato nel reparto dal 5 maggio per fare una serie di analisi al fine di verificare la possibilita’ di un trapianto di polmoni. “Mio fratello era lucido e vigile – racconta la sorella Michela  ma dopo avere effettuato la tracheotomia a partire dalla sera di domenica 13 maggio le sue condizioni sono cominciate a peggiorare”. La situazione precipita la notte del 16 maggio. “Intorno alle due di notte – prosegue la sorella – Giuseppe invia un messaggio a mia madre chiedendo di denunciare tutti, che lo stavano uccidendo. Ci siamo precipitati in ospedale e abbiamo appurato che i sanitari stavano effettuando le cure e che il problema era legato al macchinario, l’Ecmo che serve per abbassare il livello di anidride carbonica nel sangue, a cui doveva essere sostituito il filtro”. “Alle sette di mattina del 17 maggio – aggiunge sorella del giovane – siamo stati informati che la situazione era drammaticamente precipitata: ci hanno fatto entrare nel reparto e alle 7.20 e’ stata dichiarata la morte di Giuseppe”.
L’agonia di Giuseppe Esposito è stata vissuta minuto per minuto dagli amici della sorella su Fb. Dal primo post in piena notte del ragazzo («Mi stanno uccidendo») alle denunce di Michela: «Lasciato morire solo come un cane, non vi mollo!» Il drammatico post pubblicato da Michela Esposito con l’Sos lanciato dal fratello tramite il telefonino: «Mi stanno uccidendo». Lei si mette alla tastiera e scrive ai suoi contatti su Fb: «Io sono troppo di parte e troppo coinvolta probabilmente ma mi fido di voi e vorrei sapere cosa ne pensate di questi messaggi secondo voi cosa potrebbero significare??? Mio fratello ricoverato da 20 anni con la fibrosi cistica con una situazione stabile alle 23.30 attaccato ad un macchinario che due giorni prima aveva avuto problemi che agiva sulla circolazione alle 2 di notte ci manda questo messaggio sarà il suo ultimo messaggio lo vedremo morto alle 7 quando alle 3 stavamo già li e aspettavamo comunicazioni e in continuazione ci sono state dette in sequenza dorme da solo …..l abbiamo sedato ….e tutto tranquillo ….stiate tranquilli ….stiamo sistemando la macchina che ha qualche problema…..alle 7 non possiamo fare più nulla ha la pressione bassa l abbiamo visto morto ora di morte 7.27 ma era già morto a nostro parere. Siate nudi e crudi voglio sapere cosa ne pensate! Buongiorno! #giustiziapergiuseppe». Più tardi, aggiornamento di Michela: «Gli ultimi messaggi di mio fratello giuseppe… Era tracheotomizzato non poteva parlare era sedato non poteva ribellarsi non l abbiamo potuto salutare ci ha lasciato solo questo….noi siamo corsi e ci hanno detto di stare tranquilli….l hanno fatto morire dissanguato non è morto per la fibrosi cistica . I malati vanno rispettati non saranno mai il vostro alibi! Non vi darò pace! MAI!!!! #giustiziapergiuseppe».



    Il giorno dopo la direzione del Policlinic ha diffuso una nota secondo la quale non ci sarebbero colpe da parte dell’ospedale. ma questo sarà l’inchiesta della magistratura a chiarirlo.

     


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