Aumento dei casi di colite in Campania

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I casi di malattie croniche intestinali sono frequenti nel nostro Paese e per trattarle sono sorte delle specifiche strutture ospedaliere abilitate per la cura di tali disturbi e si sono diffusi anche dei trattamenti naturali. In particolare la sindrome dell’intestino irritabile, chiamata impropriamente colite, sembra colpire spesso i cittadini campani che risentono di sintomi molto fastidiosi.
Tra i segnali più evidenti di un’infiammazione del colon vi sono:

dolori addominali, crampi, gonfiori, alterazioni dell’alvo (diarrea, stitichezza anche alternata a costipazione), nausea.

Dai recenti dati clinici è emerso che la Campania ha risentito di un aumento dei casi di colon irritabile, con maggiore incidenza delle donne rispetto agli uomini, da attribuire a due fattori principali quali l’alimentazione e lo stress (stati di ansia). Conosciamo bene il temperamento focoso di chi vive vicino al Vesuvio ed è facile comprendere come questo stato ansioso, legato al carattere, possa incidere negativamente sulla salute intestinale.
Tra gli altri fattori implicati, che potrebbero acutizzare questo malessere vi sono: componenti genetiche, infezioni, cambi di temperatura improvvisi.

Anche la dieta è sotto accusa, nel caso dei campani, visto che sono presenti alcuni alimenti che espongono maggiormente ad irritazione intestinale, che fanno parte della tradizione culinaria della regione. Esisterebbero infatti alcuni cibi che possono acutizzare i sintomi di una colite.
In caso di un’irritazione del colon che provoca un aumento della reattività dei muscoli intestinali e/o una accresciuta sensibilità viscerale, è importante adottare delle misure dietetiche per lenire i sintomi e rendere più agevole la fase digestiva. Alcuni alimenti scatenano reazioni intestinali particolari. Nei soggetti colpiti da colon irritabile un consumo eccessivo di tali cibi potrebbe peggiorare la condizione di salute.
A questo proposito non andrebbe mai sottovalutato quello che si mangia e sarebbe giusto appuntarsi su di un foglio una piccola lista di cibi che ci hanno fatto soffrire più di altri, una volta ingeriti.



    Il paradosso dei pazienti campani è evidente, visto che si è notato come le difficoltà maggiori derivino proprio dall’assunzione di latte e latticini e, in una terra come la Campania, immaginiamo come questo possa rappresentare un problema.
    Anche se per molti soggetti potrebbe rappresentare un dramma, uno stravolgimento così radicale nel proprio regime alimentare, sarebbe opportuno sperimentare l’escusione di latte e dei derivati dalla tavola.
    Addio alla mozzarella di bufala e alla pizza napoletana almeno per un po’ di tempo, visto che si tratta di alimenti ad alta irritabilità.
    Altri alimenti da evitare sono:
    fagioli, lenticchie, cavoli, asparagi, carciofi, frumento, cipolle, mele, prugne, pere, caffè, caffeina, alcol, cibi contenenti sorbitolo (dolcificanti artificiali).

    Intestino “secondo cervello”: influenza dello stress

    I campani colpiti da colon irritabile spesso risentono degli effetti di un’aumentata risposta dell’intestino allo stress, ossia delle condizioni che possono stimolare il tratto gastrointestinale, alterando l’equilibrio fra cervello e corpo. Il temperamento caldo dei napoletani che li porta ad essere nella vita, nelle scelte, nel tifo e nelle relazioni personali alquanto passionali ed ansiosi potrebbe essere una delle cause scatenanti del colon irritabile di cui non si conosce ancora la sicura eziologia, anche se tra le ipotesi più accreditate i medici fanno appello alla relazione tra mente ed intestino.

    La sindrome del colon irritabile interessa il colon e l’intestino tenue che risentono di alterazioni delle funzioni motorie, della sensibilità dolorosa e della secrezione di liquidi, queste attività del tubo digerente sono regolate dal cervello che in tal caso interagire in maniera anomala con l’intestino: le terminazione nervose della parete intestinale, che controllano la contrazione della muscolatura e trasmettono al cervello le sensazioni dell’intestino, risultano più sensibili. La sindrome del colon irritabile viene definita anche disturbo dell’asse cerebro-intestinale in quanto l’alterazione della motilità e della sensibilità del colon sembra essere dovuta alla distruzione della corretta comunicazione fra cervello ed intestino (asse cervello-intestino) che si caratterizza per interazioni bidirezionali fra cervello ed intestino che regolano le funzioni intestinali.

    Approccio naturale

    La corretta diagnosi è importante per trattare adeguatamente la problematica e per escludere il sospetto di malattie quali: celiachia, sensibilità al glutine, morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa. Per trattare il colon irritabile solitamente si correggono le abitudini alimentari e si segue una terapia farmacologica con antispastici, lassativi ed antidiarroici che vengono prescritti in base alla sintomatologia prevalente. La sindrome del colon irritabile si presenta in diverse forme e i soggetti afflitti non rispondono allo stesso modo ai farmaci ed alla dieta.
    Questa peculiarità ne rivela un aspetto molto subdolo, perchè la rende estremamente difficile da sconfiggere del tutto. Sono migliaia i cittadini della Campania che cercano ogni giorno di risolvere nel lungo periodo di lenire i sintomi del male, investendo anche ingenti quantitativi di denaro.

    Non sono pochi i campani che richiedono l’aiuto di un naturopata per dare sollievo ai sintomi e per recuperare la piena salute e che sono disposti a viaggiare sino in Puglia per curare una colite, presso i loro studi specializzati.
    I mezzi di comunicazione attuali consentono però di ricevere delle cure e dei consigli, senza la necessità di spostarsi dalla propria abitazione. Si tratta di specialisti accreditati, che godono di una certa fama, che riescono a offrire una consulenza dettagliata anche online, attraverso video chat tramite skype.
    Oggi è possibile curare la colite anche online, visto che si tratta di consulenze che non hanno nulla di che invidiare a quelle realizzate “vis a vis”, durante le quali, dopo aver esaminato l’anamnesi storica del paziente, vengono di solito raccomandati specifici rimedi fitoterapici, preparati omeopatici oppure i fiori di Bach che possono migliorare lo stato di salute del paziente già nel giro di qualche settimana. Questi rimedi naturali in genere sono da preferire a soluzioni farmacologiche perchè non provocano effetti collaterali, dal momento che si tratta di terapie green, tra l’altro meno costose, che mettono l’organismo in condizione di sfruttare le potenzialità che naturalmente possiede per raggiungere la guarigione.

     


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