Campania

Garante dei detenuti della Campania in visita al carcere di Nisida

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Garante dei detenuti della Campania in visita al carcere di Nisida. Questa mattina, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta’ personale della Campania, Samuele Ciambriello, si e’ recato, insieme con il consigliere regionale Francesco Moxedano, presso l’Istituto Penale per Minorenni di Nisida dove sono attualmente sono ristretti 55 ragazzi e 5 ragazze di eta’ compresa tra i 14 e 25 anni. La visita e’ stata accompagnata dal direttore Gianluca Guida e il vice direttore Ignazio Gasperini, i quali hanno illustrato sia le varie attivita’ trattamentali, tra cui ceramica, arte presepiale, pasticceria e la pet-therapy, sia i diversi percorsi scolastici presenti. Il Garante ha salutato e interagito con le detenute, di cui 4 italiane e una straniera, consegnando loro “La guida dei diritti e doveri dei detenuti”, ed ha incontrato anche i vari ragazzi presenti in struttura. “Ritengo che si debba intervenire con corsi di formazione annuali finalizzati all’integrazione lavorativa e sociale, attivita’ formativa che abbia una continuita’ per un recupero che vada oltre il percorso carcerario e consenta il reinserimento sociale e lavorativo di questi ragazzi e ragazze, con una particolare attenzione anche al contesto familiare, spesso disgregato, di provenienza”, ha sottolineato Moxedano. Per Ciambriello “e’ difficile gestire la devianza minorile in un contesto in cui i minorenni sono condannati per reati anche gravi e socialmente stigmatizzati. E’ cambiato la tipologia di coloro che entrano in un istituto per minorenni, anzi non bisognerebbe piu’ chiamarli “carceri minorili” ma istituti penali per giovani adulti, vista la presenza di ristretti di eta’ compresa tra i 14 e i 25 anni”. “Peccato – ha aggiunto – che nella riforma dell’ordinamento penitenziario, approvata recentemente dal Governo, la giustizia minorile sia stata lasciata fuori. I dati ci dimostrano che, se si investe in politiche sociali e in luoghi alternativi al carcere, diminuiscono le recidive per questi adolescenti, che, pagato il conto con la giustizia, devono essere aiutati a reinserirsi nel contesto legale e sociale”.


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