Detenuto morto in carcere: i figli chiedono il risarcimento

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Un ritardo nella diagnosi di tumore al pancreas non ha lasciato scampo a Giuseppe Ferraro, 65enne detenuto preso il carcere di Bellizzi Iripino, condannato a 4 anni di reclusione dopo una sentenza passata in giudicato. Al momento dell’arresto l’avvocato Schettino chiese la sospensione dell’esecuzione della pena, chiedendo l’applicazione degli arresti domiciliari visto che Ferraro era affetto già da diverse patologie tra cui il diabete, cardiopatia e deambulazione ridotta. Questa richiesta, dopo un parere del personale sanitario dell’istituto di pena, fu rigettata per ben due volte. Le condizioni di salute del detenuto si aggravarono ulteriormente tanto che Ferrero lamentava spesso dolori addominali. Per circa un anno sarebbe stato curato con medicinali inappropriati e solo dopo altri dodici mesi sarebbero stati richiesti esami diagnostici. Il detenuto fu sottoposto a tac e ad ecografia addominale che evidenziò lesioni importanti. Gli accertamenti medici riscontrarono un cancro al pancreas che, dopo poco, portò la morte di Giuseppe Ferraro a due mesi dalla concessione degli arresti domiciliari. I figli del detenuto hanno denunciato i ritardi nella diagnosi della malattia sostenendo anche che la morte sia sopraggiunta “a causa di negligenza, imperizia ed imprudenza in quanto non avrebbero consentito al padre cure specifiche, ma soprattutto la decisione presa dal magistrato prima e dal tribunale di sorveglianza poi, di non concedere gli arresti domiciliari, sarebbe stata condizionata dall’assoluta mancanza di un quadro clinico completo”.


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