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Vittima dei bulli, si tolse la vita impiccandosi a 17 anni: riaperta l’indagine

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Lo scorso 23 febbraio Giovanni Ruggiero si tolse la vita impiccandosi a un albero nel giardino di casa. Il Pubblico ministero, Assunta Tillo, ha disposto la riapertura dell’inchiesta sul suicidio del ragazzo di Bucciano.
La richiesta era stata presentata dal difensore della famiglia della vittima, l’avvocato Antonio Leone, alla luce dei risultati dell’esame autoptico. Dall’analisi del fascicolo, infatti, emergerebbero novità su possibili abusi e maltrattamenti subiti dal giovane.
Circa due mesi fa il Giudice per le indagini preliminari, Flavio Cusani, su indicazione della Procura, aveva archiviato l’indagine istruita a carico di una persona per istigazione al suicidio: un caso che per la famiglia meritava invece più attenzione.
Prima attraverso la trasmissione televisiva Chi l’ha visto, poi con una petizione popolare online indirizzata al Presidente della Repubblica, al Ministro della Giustizia, e a quello dell’Istruzione. Nella petizione della famiglia sulla rete, che ha raccolto più di cinquantamila firme, l’invito a non arrendersi affinché non accada di nuovo. “Quanti ancora dovranno morire prima che si capisca che il bullismo è una forma di violenza che porta alla morte?” – si legge nell’invito a continuare la battaglia perché la verità venga fuori.
Qualche tempo fa l’associazione che porta il suo nome organizza il Concorso a premi “La Giornata dell’Arte”, una Borsa di Studio destinata ai ragazzi, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Oriani di Sant’Agata dei Goti e ideata per ricordare Giovanni Ruggiero e la sua grande sensibilità. Un ragazzo che parlava poco e preferiva tradurre le sensazioni, i sentimenti, i sogni in disegni.
L’obiettivo della mamma Anna è sollecitare l’approvazione al più presto di una legge contro il bullismo e contro i bulli, anche se si tratta di minorenni. Una legge che punisca con pene severe e al tempo stesso aiuti le vittime di bullismo, evitando che queste vengano offese, derise e abusate solo perché sensibili e diverse. Ma soprattutto evitando che si arrendano e preferiscano la morte alla vita.

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