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Doping: indagato Magnini. Lui si difende: ”Atto dovuto”

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Una notizia da prima pagina agita le acque del mondo del nuoto azzurro. Il due volte campione del mondo dei 100 metri stile libero, Filippo Magnini, ed il suo collega di nazionale Michele Santucci, sono indagati dalla procura antidoping Nado Italia sulla base di un’inchiesta della Procura di Pesaro nei confronti del medico nutrizionista Guido Porcellini. Al pesarese viene contestata la violazione degli art.2.2 (uso o tentato uso di sostanze dopanti) e 2.9 (favoreggiamento) del codice Wada a Santucci, invece, solamente l’uso e tentato uso. Un danno, almeno di immagine, per il nuotatore da sempre in prima linea nella lotta all’uso di sostanze proibite e paladino della campagna ‘I’m doping free’ e mai tenero con i colleghi finiti nella rete dei controlli. Nell’inchiesta penale che riguarda il dietista Porcellini, rinviato a giudizio lo scorso luglio per ricettazione, commercio di sostanze dopanti e prescrizione di farmaci dannosi per la salute, però la posizione di Magnini, che è stato anche intercettato e pedinato dagli inquirenti, è stata archiviata. E proprio questo che il nuotatore ha voluto ribadire in un tweet dal titolo ‘facciamo chiarezza’ pubblicato nel pomeriggio dopo l’apertura di un fascicolo dalla procura antidoping di Nado Italia. “Ritengo l’apertura dell’accertamento un atto dovuto rispetto alle indagini penali su Porcellini. Gli inquirenti penali hanno già accertato la mia estraneità ai fatti”, dichiara. Nei prossimi giorni sia Magnini che Santucci saranno ascoltati a Roma e potranno ulteriormente fare chiarezza relativamente ad una vicenda della quale il veterano del nuoto azzurro avrebbe sicuramente volentieri fatto a meno. Intanto, in attesa dei prossimi sviluppi, anche il web si divide equamente fra colpevolisti ed innocentisti.

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